Immigrazione, Stati Uniti e Unione europea a confronto

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Sulle due sponde dell'Atlantico tiene banco lo stesso dibattito su immigrazione e asilo. Analogie e differenze nel botta e risposta di Valérie Gauriat e Valérie Zabriskie.

Sulle due sponde dell’Atlantico tiene banco lo stesso dibattito su immigrazione e asilo. Analogie e differenze nel botta e risposta di Valérie Gauriat e Valérie Zabriskie.

Valérie Gauriat, euronews:

“Valerie. Ti sei occupata d’immigrazione in molte occasioni. Come consideri le politiche statunitensi rispetto a quelle europee?”

Valérie Zabriskie, euronews:

“Penso che la principale differenza sia che gli Stati Uniti sono un Paese e l’Unione europea è invece composta da 28 nazioni sovrane.

Come abbiamo visto, per esempio, nel mio servizio da Huston, quando un governatore come quello del Texas, cerca di dire che non accetterà altri rifugiati, non può procedere perché la legge sui rifugiati, è un atto federale e quindi è deciso da Washington.

Mentre, nell’Unione europea, abbiamo visto come con la crisi Bruxelles ha cercato di imporre delle quote sull’ Unione europea, cosa che non ha funzionato e anche quando ha fatto delle richieste ai Paesi membri, questi potevano rispondere sì o no sul fatto che volessero o meno accettare dei rifugiati.

Ma penso che sia negli Stati Uniti che in Europa, le leggi sull’immigrazione verranno inasprite. È ciò che è avvenuto negli Stati Uniti, dall’11 settembre. In Europa questa tendenza si è mostrata dalla crisi dell’eurozona, dalle due parti dell’Atlantico c‘è questo richiamo a costruire muri.

Valérie Gauriat:

“Ora repubblicani e democratici dicono che il modello americano, in fatto di immigrazione deve essere rivisto. Cosa stanno proponendo?”

Valérie Zabriskie

“Donald Trump è ormai sinonimo di “muro”. Proprio per quella proposta shock di costruire un muro tra gli Stati Uniti e il Messico. Ma ha anche detto che negli Stati Uniti ci sono 11 milioni di immigrati illegali e che finirà per deportarli tutti. Lascerà che restino solo “i buoni” una volta passati i necessari test.

Hillary Clinton ha un approccio meno estremo. Entro i primi 100 giorni proporrà una riforma completa della legge sull’immigrazione, che includerà i lavoratori illegali, ai quali promette una semplificazione del procedimento d’immigrazione se procederanno al pagamento delle tasse.

In passato abbiamo visto che entrambi i presidenti, democratico e repubblicano, Obama e Bush hanno fallito nel tentativo di riforma.

Valérie Gauriat

“Valerie, in conclusione, non c‘è il rischio che l’enfasi che c‘è sull’immigrazione si ritorca contro i candidati. In altre parole, potrebbe essere controproducente?”

Valérie Zabriskie

“Credo che stiamo parlando di un candidato in particolare, Donal Trump che non si è esattamente fatto molti amici con i commenti contro i musulmani, i messicani e addirittura le donne.

Ma ora che ci avviciniamo alle elezioni di novembre. Trump ha cominciato ad abbassare i toni. Dice ad esempio che non è un antimusulmano, è solo un antiterrorista, che ha molti amici ispanici e sa quanto siano gran lavoratori, quindi vedremo.

La corsa si è fatta più serrata, lo hanno mostrato gli ultimi sondaggi. La forchetta degli indecisi sarà abbastanza ampia e saranno loro l’ago della bilancia”.

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