È la diga per arginare il dilagare dell’estrema destra in Austria.
È la diga per arginare il dilagare dell’estrema destra in Austria. Alexandrer van der Bellen è il leader dei verdi arrivato secondo al ballottaggio con il 20,4 dei consensi. Una primizia assoluta per il partito ambientalista austriaco.
Lui, un ex professore universitario ed ex preside della facoltà di Scienze economiche di Vienna: si è candidato come indipendente, ma è stato sostenuto dal partito di cui è stato presidente alla fine degli anni Novanta.
È riuscito a raccogliere i voti di molti elettori socialdemocratici così come quelli della maggioranza degli elettori della candidata indipendente Irmgard Griss. I sondaggi hanno confermato questa tendenza.
Al centro della campagna c’è stata soprattutto la questione dell’immigrazione e dei rifugiati politici. Van der Bellen ha criticato il governo affermando che l’esecutivo aveva preso posizioni troppo dure.
Domenica 8 maggio, in un dibattito tv, van der Bellen è stato attaccato soprattutto per l’età avanzata, lui ha risposto rivendicando la propria indipendenza e auspicando una maggiore partecipazione popolare alla vita pubblica.
Il candidato gentile, com‘è stato battezzato van der Bellen, si è comunque trasformato nel killer dei socialdemocratici. Il governo di coalizione con a capo il cancelliere Werner Faymann traballa, così come questa poltrona e il candidato verde ha dimostrato la grande fragilità e incertezza che dominano nello Spö.