Michel Temer è credibile come presidente del Brasile?

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Di Euronews
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L'opinione di un giornalista brasiliano

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È nel posto dove, probabilmente, aveva tutta l’intenzione di essere. Ma la poltrona di presidente del Brasile, di questi tempi, non è proprio la più comoda che si possa immaginare.

I casi di corruzione rischiano di travolgere anche il presidente ad interim ma, prima ancora, è la situazione disastrosa del Paese a pesare sulle spalle di Michel Temer: la peggior crisi economica dagli anni ’30, inflazione elevata e la disoccupazione che cresce. Ma anche la scarsa notorietà internazionale.

Il tutto prendendo il posto, almeno per ora, della ex alleata Dilma Rousseff. La presidente eletta sarà pure ai minimi storici di popolarità, ma c‘è un pezzo della nazione ancora dalla sua parte che non perdona il voltafaccia dell’avvocato poeta, il cui governo appare ai critici un “ritorno all’antica”: solo uomini, bianchi, membri del vecchio establishement.

Per Euronews Maria Barradas ha sentito Andrei Netto, corrispondente in Francia del quotidiano brasiliano Estadão.

Maria Barradas, Euronews: Michel Temer, ha la legittimità per governare?

Andrei Netto: _Nel parlamento sì. Michel Temer ha legittimità perché può contare su una base piuttosto ampia. Con il Partito del movimento democratico brasiliano e il Partito socialdemocratico brasiliano, di centro-destra, e qualche altro piccolo partito che sostiene il suo governo. D’altra parte c‘è una questione di legittimità, ed è la questione che si pone oggi in Brasile. In questo stesso momento, una parte importante della società brasiliana si domanda se Michel Temer ha la legittimità per esercitare il potere. _

Euronews:La stampa internazionale parla di un paradosso, visto che Temer è coinvolto in diversi scadali di corruzione e potrebbe essere anche lui oggetto di un procedimento di impeachement…

Andrei Netto:C‘è di fatto una procedura d’impeachment in corso alla Camera dei deputati contro Michel Temer. Ed è vero che si parla di un suo coinvolgimento nell’inchiesta Lava Jato, che è una specie di operazione Mani pulite alla brasiliana. Ma Temer per ora sembra una delle persone meno colpite dallo scandalo nel suo partito centrista – il PMDB – i più coinvolti negli scandali di corruzione sono l’ex presidente della Camera Edouardo Cunha o il presidente del Senato Renan Calheiros , senza contare 6 dei ministri appena integrati nel governo da Temer.

Euronews:Michel Temer deve imperativamente fornire risultati convincenti nei prossimi 6 mesi e in particolare deve cominciare a rimettere in ordine i conti pubblici e invertire il processo recessivo in corso, che è il peggiore degli ultimi trent’anni. È nelle condizioni di farlo?

Andrei Netto:Direi che paradossalmente questo non è uno dei più grandi problemi di Temer. Questo perché l’economia brasiliana si è talmente fermata in questi ultimi due anni – la crescita negativa è stata di quasi il 4% l’anno scorso, nel 2015, durante la gestione Rousseff – che una ripresa è quasi inevitabile. In più è vero che Michel Temer ha scelto un ministro delle finanze, Henrique Mereilles , che è un uomo estremamente esperto. Viene dalla Banca centrale del Brasile, dove ha avuto grandi successi nel corso del mandato di Lula. È l’uomo capace di riequilibrare i conti pubblici.

Euronews:Come reagiranno i brasiliani se per caso Temer non otterrà i risultati sperati rapidamente?

Andrei Netto:Se Michel Temer riesce a riequilibrare i conti pubblici, rilancia la crescita, riduce la disoccupazione è possibile che emerga una specie di stato di grazia o un sostegno popolare che lo legittimi. Se ciò non accade, dubito che non si trovi a confrontarsi con una grande e crescente opposizione di piazza nei prossimi mesi. Dunque i prossimi 6 mesi saranno cruciali in questa crisi politica, che non finisce adesso, ma che continua.

Euronews:Quali conseguenze, secondo lei, per gli impegni internazionali del Brasile, in particolare per le Olimpiadi che stanno per cominciare?
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Andrei Netto:Forse l’impatto sarà minimo, oppure sarà considerevole, visto che è l’immagine del Brasile all’esterno che ne risente. Quello che mi preoccupa di più non sono i Giochi olimpici, ma la posizione del Brasile nelle istanze internazionali. Ricordiamoci che grandi leader come il presidente degli Stati uniti Obama o il francese Hollande non hanno fatto i complimenti a Temer, non hanno contattato il vice-presidente, che è adesso il presidente in esercizio, e questo dimostra una certa politica attendista della comunità internazionale, per sapere quali saranno i prossimi sviluppi di questa crisi politica in Brasile.

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