Eurogruppo sulla Grecia, il nodo ora sono gli eventuali tagli "automatici"

Eurogruppo sulla Grecia, il nodo ora sono gli eventuali tagli "automatici"
Di Giacomo Segantini Agenzie:  Reuters
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Il giorno dopo l’Eurogruppo sulla Grecia i dubbi davvero non mancano. I 19 ministri della zona euro hanno salutato con favore le misure approvate dal

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Il giorno dopo l’Eurogruppo sulla Grecia i dubbi davvero non mancano. I 19 ministri della zona euro hanno salutato con favore le misure approvate dal Parlamento di Atene, l’aumento delle tasse sul reddito e la stretta sulle pensioni. Il premier Alexis Tsipras si dice sicuro che, per concludere la prima verifica del terzo pacchetto di salvataggio e ricevere la nuova tranche di aiuti, non ne serviranno altre: “Da parte nostra abbiamo mantenuto i nostri obblighi”, ha detto durante il consiglio dei ministri. “Nei confronti dei creditori, ma soprattutto del popolo greco, il che è importante perché stiamo mettendo in pratica gli accordi sfruttando ogni elemento di flessibilità presente allo scopo di proteggere la società”, ha aggiunto.

“Se l’Eurogruppo ha accolto con favore le misure approvate da Atene, perché rinviare l’accordo al 24 maggio?”

Allora perché rinviare l’accordo definitivo all’Eurogruppo del 24 maggio? Secondo gli osservatori è per mettere la Grecia alle strette, dato che quella sarà l’ultima occasione utile prima delle scadenze estive del debito con la Bce e l’Fmi. “C‘è stato un secondo blocco di discussioni, ieri e la settimana scorsa, che verteva sulla necessità di trovare l’accordo su un meccanismo di emergenza“, ha spiegato il commissario europeo agli Affari Economici Pierre Moscovici. “Questo meccanismo è impostato sui criteri stilati dall’Eurogruppo ad Amsterdam due settimane fa, il che vuol dire che sarà obiettivo, legiferato a priori, credibile e automatico“, ha aggiunto.

“Il meccanismo di emergenza entrerà in funzione sicuramente. Impossibile centrare gli obiettivi di avanzo primario”

Traduzione: misure di austerity aggiuntive che interverranno (sulla spesa o sulle entrate, ancora non è dato sapere) nel caso in cui Atene non riesca a centrare l’obiettivo di avanzo primario del 3,5% entro il 2018. “Il meccanismo verrà attivato sicuramente”, sostiene l’ex capo dell’agenzia delle entrate greca Harry Theoharis. “Impossibile centrare questi obiettivi. Alcuni dicono che avremmo dovuto introdurlo sin dall’inizio. Inoltre colpirà direttamente i dipendenti pubblici e i pensionati tagliando salari e pensioni nella misura in cui avremo sforato i target”.

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