La decisione di non processare Jacob Zuma per corruzione è stata irrazionale. L’Alta Corte di Giustizia di Pretoria riaccende i riflettori sui guai
La decisione di non processare Jacob Zuma per corruzione è stata irrazionale. L’Alta Corte di Giustizia di Pretoria riaccende i riflettori sui guai giudiziari del Presidente sudafricano, bocciando il mancato rinvio a giudizio, nel 2009, nei confronti del leader dell’African National Congress
I 783 capi di imputazione comprendono accuse di corruzione, frode fiscale e associazione a delinquere riferite a un contratto per la fornitura di armi per 4,8 miliardi di dollari. Accuse tutte archiviate poche settimane prima dell’elezione di Zuma.
La Suprema Corte apre ora la strada a una nuova incriminazione, anche se la decisione spetta alla Procura Nazionale che nel 2009 decretò il non luogo a procedere, ritenendo le accuse frutto di un complotto politico.
Il principale partito d’opposizione, la Democratic Alliance, chiede il processo contro Zuma che sembra avere un conto aperto con la magistratura: la stessa Corte ha già stabilito che ha violato la costituzione nell’uso di 20 milioni di dollari di fondi pubblici per rinnovare la sua residenza privata.