Brexit e migranti. Nel campo del sì all’uscita del Regno unito dall’Unione europea questi due temi si confondono sempre più. Per il leader
Brexit e migranti.
Nel campo del sì all’uscita del Regno unito dall’Unione europea questi due temi si confondono sempre più.
Per il leader populista xenofobo Nigel Farage le presunte orde pronte a invadere il paese, con il beneplacito di Bruxelles, sono l’arma definitiva:
Questo è un passaporto britannico, e quali sono le prime parole che ci sono stampate sopra? Unione europea. Da quando è entrato in vigore il trattato di Maastricht siamo cittadini dell’Unione europea. In questa campagna dobbiamo far capire che essere nell’Unione europea e avere un’immigrazione incontrollata sono tutt’uno. Dobbiamo spiegare alla gente che con questo referendum si decide chi controllerà le nostre vite, le nostre leggi e i nostri confini.
Gli ha risposto indirettamente la cancelliera tedesca Angela Merkel da Berlino, in una conferenza stampa congiunta con il premier lettone Māris Kučinskis:
Ognuno parla dalla sua personale prospettiva. E così faccio anch’io. Auspichiamo una Gran Bretagna forte e fiorente all’interno dell’Unione europea. Ma la decisione finale spetta agli elettori del Regno unito.
IN contro OUT
E giustamente il campo del sì e quello del no si preparano all’allungo finale. Si vota il 23 giugno.
Il governo si è espresso per il mantenimento nell’Unione. In caso di vittoria del no una crisi politica è possibile.