Turchia: Angela Merkel rilancia le "zone di sicurezza" al confine siriano

Turchia: Angela Merkel rilancia le "zone di sicurezza" al confine siriano
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Angela Merkel prova a rilanciare il controverso accordo Unione Europea-Ankara sui migranti. La cancelliera tedesca è volata in Turchia per visitare

PUBBLICITÀ

Angela Merkel prova a rilanciare il controverso accordo Unione Europea-Ankara sui migranti. La cancelliera tedesca è volata in Turchia per visitare il campo profughi di Nizip, al confine siriano, insieme al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e al vice-presidente della Commissione Timmermans. Qui vivono circa 5mila rifugiati e migranti. Ora Angela Merkel ha rilanciato la creazione di “zone di sicurezza” in Siria.

“Queste aree possono essere realizzate vicino al confine turco-siriano – ha detto la cancelliera tedesca – vogliamo fare un grande investimento su questo progetto.
Se la gente si sente al sicuro, non dovrà lasciare le proprie case. Per questo noi crediamo che sia davvero importante”.

La visita è stata criticata dalle organizzazioni per i diritti umani, che denunciano le condizioni di vita nei campi in Turchia e oltre confine con la Siria. Ma i vertici europei devono fare i conti anche con le pretese di Ankara che sollecita Bruxelles a rispettare la scadenza di giugno per la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi.

“Con questa visita, Merkel, Tusk e Timmermans hanno potuto rendersi conto delle necessità dei rifugiati e degli sforzi della Turchia – dice il nostro corrispondente, Bora Bayraktar – Questa visita probabilmente aumenteré il lavoro congiunto per le prossime decisioni dell’Europa sull’immigrazione”.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Turchia, Merkel visita un campo rifugiati in un clima di tensione tra Ankara e l'Ue

Turchia, alla sbarra giornalisti ed accademici. Studenti in piazza

Turchia: "Europa poco pragmatica sulla crisi migratoria"