Elegante e glaciale. I brasiliani lo conoscono a malapena. Figlio d’immigrati libanesi, rimasto all’ombra di Dilma Roussef fino a ora, potrebbe
Elegante e glaciale. I brasiliani lo conoscono a malapena. Figlio d’immigrati libanesi, rimasto all’ombra di Dilma Roussef fino a ora, potrebbe succederle come presidente.
Michel Temer, 75 anni, è un politico navigato, abile manovratore e tessitore di intrighi.. politici.
Così lo scorso dicembre, con una lettera, accusa la Roussef di usarlo come soprammobile e servirsene solo in caso di necessità.
Segretario del Partito del movimento democratico brasiliano, che ha il maggior numero di deputati in parlamento, il 29 marzo decide di ritirare i suoi ministri dal governo.
Romero Juca, PMDB:
“A partire da oggi, il nostro partito ritira il sostegno al governo di Dilma Roussef”.
L’11 aprile, il suo discorso di unità nazionale, un vero e proprio discorso da presidente, che avrebbe dovuto pronunciare in caso di allontanamento della Roussef , viene sbadatamente dato alla stampa.
Scuse e giustificazioni del giorno dopo servono a poco, e comunque, Temer si dice pronto.
“Sarò pronto e il dialogo è la mia principale arma. Con questo non voglio dire che sono in grado di risolvere i problemi da solo, ma so che attraverso il potere del dialogo, insieme con tutti i partiti e i vari settori della società, riusciremo a far uscire il Paese dalla crisi”.
Per Dilma Roussef c‘è solo una parola per definire tutto questo: tradimento. Insieme a Temer , accusa anche il presidente della camera bassa del parlamento.
“È chiaro che ci sono due politici che hanno orchestrato il colpo con premeditazione”.
Adesso la parola passa al Senato e se anche la Camera alta del parlamento vota contro Dilma, cosa probabile visto che la maggioranza contro la Roussef è più chiara e forte, Michel Temer prenderà il posto fino al 2018.
Se Temer si dice pronto, ha fatto i conti senza l’oste, la procedura di destituzione è stata avviata anche nei suoi confronti. Come la Roussef è accusato di ave truccato il bilancio statale.
Dilma è accusata di aver ritoccato il bilancio statale – usando tra l’altro il prestito (proibito per legge) di un miliardo di euro da una Banca pubblica – per mascherare una parte del deficit.