Quale futuro per la zona-euro? La politica monetaria è a un bivio

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Di Euronews
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L’unione economica e monetaria europea una delle questioni più discusse. Sono 19 i paesi dove gli europei ora utilizzano l’euro, ad eccezione del

L’unione economica e monetaria europea una delle questioni più discusse. Sono 19 i paesi dove gli europei ora utilizzano l’euro, ad eccezione del Regno Unito e della Danimarca. Un quarto delle riserve valutarie mondiali sono in Euro. 60 paesi e territori, direttamente o indirettamente, utilizzano l’euro nelle loro riserve valutarie.

Cos‘è l’Unione economica e monetaria europea

- L’Unione economica e monetaria europea ha preso il via nel 1957 con l’idea di garantire crescita, stabilità e maggior occupazione. – L’UEM prevede che i Paesi membri coordinino e definiscano le loro politiche economiche e fiscali. – La Banca centrale europea o BCE crea una politica monetaria indipendente dalla politica. – Le stesse regole si applicano a tutte le istituzioni finanziarie della zona euro. – Ha portato alla moneta unica per gli stati membri.

ll tutto è coordinato dai governi nazionali e 5 istituzioni dell’UE. Il Consiglio europeo definisce le politiche, Il Consiglio dell’Unione europea decide chi può adottare l’Euro. L’Eurogruppo coordina le azioni. Gli Stati membri fissano i propri bilanci e determinano le proprie politiche. La Commissione controlla che tutti rispettino le regole. La BCE definisce la politica monetaria. Il Parlamento europeo collabora con il Consiglio dell’Unione per creare leggi e garantire che la governance economica possa essere monitorata dai rappresentanti dei cittadini.

Economia stagnante, 18 milioni di disoccupati nella zona euro. Tutto questo ha messo sotto pressione le istituzioni chiave dell’Europa. L’unione monetaria è ambiziosa. Iniziamo allora dalla situazione attuale. I 5 presidenti delle principali istituzioni dell’UE hanno stilato un rapporto nel 2015 per approfondire l’UEM ed evitare un’altra crisi. I lavori sono iniziati ad ottobre e il pacchetto riguarda 2 fasi. – La Fase 1 sarà completata entro giugno 2017, deve attuare politiche di bilancio responsabili a livello sia nazionale che nella zona euro, completare l’Unione finanziaria e rafforzare il controllo democratico.
-La Fase 2 sarà attuata entro il 2025: Si dovranno attivare interventi di più ampia portata, serviranno modifiche in materia fiscale, monetaria, politica e finanziaria dell’Unione. I primi risultati della fase 1 saranno annunciati nel giugno 2016 e quelli della fase 2 nel 2017.

Valdis Dombrovski: “In termini economici, la cosa migliore per il Regno Unito e l’UE in generale- è che Londra resti all’interno dell’UE.”

Maithreyi Seetharaman, euronews: “Diamo il benvenuto a Valdis Dombrovskis che torna con noi a Real Economy. E’ Vicepresidente della Commissione con delega all’euro e al dialogo sociale. Parliamo della Fase 1, Fiscal Board, l’Assicurazione dei Depositi”, rappresentanza presso l’FMI. Nulla di specifico è stato realmente annunciato.”

Valdis Dombrovskis: “Vorrei fare una correzione. In questo momento la Presidenza olandese sta lavorando sodo su queste proposte: in particolare sullo sviluppo dell’Unione bancaria e sulla creazione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi. Si sta lavorando anche sulla proposta della Commissione di istituire un direttorio sulle politiche di bilancio (Consiglio Fiscale)- e sulla proposta legislativa della rappresentanza esterna della zona euro all’interno dell’FMI.”

euronews: “Quanto siamo vicini al raggiungimento di una di queste proposte, perché il 2017 non è poi così lontano.”

Valdis Dombrovskis: “Lo scorso dicembre il Consiglio europeo ha incaricato i ministri delle Finanze di lavorare velocemente su questo rapporto e presentare una relazione al Consiglio entro giugno. Se necessario saranno pronti a modificare le nostre proposte per raggiungere un consenso su questi temi.”

euronews: “I prossimi passi necessari per un’unione politica. Ma di cosa si tratta perché finora nessuno ci ha dato una definizione corretta.”

Valdis Dombrovskis: “L’Unione politica significa rafforzare la legittimità democratica del nostro processo decisionale per quanto riguarda le politiche economiche e fiscali. Un elemento discusso e spesso criticato.”

euronews: “Significa perdita di sovranità?”

Valdis Dombrovskis: “Un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali significa una sovranità più forte. Inoltre significa anche un maggior processo decisionale che implicherà delle prese di posizioni comuni. Ci sarà bisogno di trovare il giusto equilibrio tra la condivisione di sovranità e la condivisione dei rischi.”

https://twitter.com/maithreyi_s/status/720561037897023488

Questo è il momento di riflettere molto seriamente. Economie divergenti, stagnazione, disoccupazione, un potenziale per essere penalizzati. Sono in corso accesi dibattiti su Brexit e sull’immigrazione. Sentiamo l’analisi di Guillaume Desjardins sui rischi che corriamo tutti quanti. In tutta Europa si tende a dimenticare i confini. Il comune di Baerle-Duc, è a cavallo tra il Belgio e i Paesei Bassi. A seconda della parte in cui si vive la sovranità diventa un fattore chiave nella vita di tutti i giorni. Esistono differenze tra i vari paesi della zona euro, come tra il Belgio e i Paesi Bassi. Differenze a volte notevoli. La grande sfida sarà mettere tutti d’accordo.

Secondo Christine Lagarde, attuale Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale sull’unione bancaria c‘è molto lavoro da fare. Specie in termini di coerenza e di supervisione. Occorre definire bene chi fa cosa, e servono sforzi notevoli per lavorare sull’unione politica.

“I Paesi non vogliono rinunciare alla loro sovranità. I leader politici vogliono mantenere le loro libertà, e i parlamenti nazionali non vogliono delegare la propria autorità al Parlamento europeo”, sottolinea Daniel Gros, Direttore del Centro per gli studi politici europei.

Per rafforzare l’Unione economica e monetaria, dobbiamo prima consolidare i 4 pilastri fondametali: quello fiscale, quello finanziario, quello economico e quello politico. Ma non tutti si troveranno ad affrontare le stesse sfide. “Il problema principale per l’Europea è questo: molti si dicono d’accordo quest’anno perché è meglio ora. E non pensano a quali scopi questa costruzione potrebbe servire tra 20, 30, o forse 50 anni. Sulla politica fiscale non è stato fatto alcun progresso reale. E sull’Unione politica dobbiamo guardare alla crisi attuale per capire quanto le persone sono distanti da questo. Quindi penso che al di fuori della zona finanziaria sia molto difficile fare progressi”, prosegue Gros.

Mettere in pratica un accordo è sempre molto complicato. Il primo ostacolo è farlo approvare a livello nazionale con un referendum o un voto parlamentare. Secondo ostacolo: le complesse norme a livello europeo per renderlo giuridicamente vincolante – questo può significare modifiche dei trattati. “Una revisione del trattato viene fatto con l’accordo di tutti gli Stati membri, in alcuni casi è necessario il referendum. E questo è estremamente problematico”, fa notare Marianne Dony, Professoressa presso Université libre di Bruxelles.

Altro nodo europeo attuale: anche l’economia potrebbe essere un ostacolo per Unione economica e monetaria più incisiva. Un percorso complicato per rispettare le scadenze. Il primo test per i cittadini europei sarà a giugno con il referendum del Regno Unito. E il tempo passa.

https://twitter.com/GuilDesjardins/status/719545471958695936

Torniamo dal nostro ospite, il Vice President Dombrovskis. Avete sentito le critiche. La mancanza di forza della commissione per gli affari fiscali. Il Competition Board (la politica di concorrenza) ha senso in tutti i 28 paesi membri

Valdis Dombrovskis: “Si tratta di istituzioni che devono monitorare le performance fiscali, i fattori di competitività degli Stati membri e consigliare i governi. Questo sta aiutando i governi a prendere decisioni e i parlamenti a legiferare.”

euronews: “Secondo lei gli Stati membri lo accetteranno? Un Europa più forte spaventa la gente.”

Valdis Dombrovskis: “Se si guarda all’Unione economica e monetaria negli ultimi anni sono state fatte molte cose. La creazione di un meccanismo europeo di stabilità, l’Unione bancaria, rafforzamento della sorveglianza del bilancio semestrale europeo. La crisi greca è un ottimo esempio. La stabilità della zona euro nel suo complesso non è stata messa in discussione. Sono stati fatti progressi nel corso degli ultimi due anni, questo va riconosciuto.”

euronews: “Le divergenze economiche stanno creato un muro che impedisce il rafforzamento dell’Unione. Come possiamo rivolvere questo problema?”

Valdis Dombrovskis: “Purtroppo per la crisi finanziaria ed economica questo processo è in stallo ed è un problema per il completamento dell’Unione economica e monetaria.”

euronews: “Si potrebbero prendere in considerazione i trasferimenti fiscali in futuro?”

Valdis Dombrovskis: “Alcuni paesi stanno già effettuando trasferimenti fiscali tra di loro. Il rapporto dei 5 Presidenti indica che non è in programma un nuovo meccanismo di trasferimento permanente.”

euronews: “Agli europei che ci stanno guardando, si parla di Brexit, e di immigrazione. Come pensa di convincerli su un’Europa più forte?”

Valdis Dombrovskis: “Abbiamo bisogno di fondamentali economici più forti per affrontare le sfide che ci troviamo di fronte, come la crisi dei rifugiati e la sicurezza, e per convincere i cittadini che ci sono benefici in questo progetto europeo. Stiamo meglio uniti e le persone iniziamo a vedere i primi risultati tangibili di una ripresa economica.”

euronews: “Stanno ascoltando anche gli inglesi..”

Valdis Dombrovskis: “In termini economici, la cosa migliore per il Regno Unito e l’UE in generale- è che Londra resti all’interno dell’UE.”

Era l’ultima puntata di Real Economy. Grazie a tutti per averci seguito su Euronews e su euronews.com

https://twitter.com/maithreyi_s/status/720564299983425538

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