Camera dei deputati Brasile dà via libera all'impeachment Dilma Rousseff

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Di Andrea Neri
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Il Brasile più spaccato che mai. In una seduta che dire animata è poco, la Camera dei Deputati di Brasilia ha votato la procedura di impeachment nei

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Il Brasile più spaccato che mai. In una seduta che dire animata è poco, la Camera dei Deputati di Brasilia ha votato la procedura di impeachment nei confronti della Presidente Dilma Rousseff. Mentre la conta non è ancora terminata, il Partito dei Lavoratori del Capo dello Stato annuncia di aver accettato la sconfitta.

Sui 513 parlamentari della Camera era necessaria la maggioranza dei 2/3 equivalente a 342 voti favorevoli. Quando i si avevano ormai superato quota 300 e i contrati erano ancora fermi attorno a quota 100, è arrivato l’annuncio del governo. Alla fine il risultato del voto è di 355 si, 131 no, 7 astenuti e 2 assenti.

Un voto che ha spaccato le forze politiche tra chi denuncia un vero e proprio colpo di Stato, seguendo le parole di Rousseff, e chi invece accoglie con gioia una vittoria della democrazia contro la corruzione.

Dilma Rousseff è accusata di aver manipolato i conti dello Stato per nascondere il deficit e lustrare il bilancio del suo governo, sotto il fuoco delle critiche soprattutto per aver trascinato il Paese in una profonda crisi economica.

Dietro alla battaglia istituzionale si celano lotte di potere tra i leader politici: ad aver aperto la via alla procedura di impeachment è stato il Presidente della Camera Eduardo Cuhna, grande rivale politico di Rousseff.

Nell’immediato, a beneficiare di una definitiva destituzione di Rousseff sarebbe il Vicepresidente Michel Tener il quale tuttavia rischia di subire un analogo processo per impeachment.

Sullo sfondo della battaglia politica c‘è poi lo scandalo corruzione Petrobras nel quale è indirettamente implicato anche l’ex-Capo dello Stato Lula Da Silva, mentore di Rousseff. Le cose sono precipitate quando Rousseff ha proposto a Lula l’incarico di capo di gabinetto: un posto di grande potere equivalente ad un incarico da Primo Ministro. La mossa è stata condannata come un modo per offrire l’immunità a Lula contro le accuse di corruzione legate al gigante nazionale del petrolio. L’investitura è stata sospesa dal Tribunale Supremo.

Al di là della lotta politico-istituzionale, ora il grande intorrogativo riguarda la reazione della strada: la vicenda che vede protagonista Rousseff, ex-guerrigliera marxista e paladina della sinistra riformatrice nei primi anni del suo mandato, ha spaccato la società civile.

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