Le vittime di un prete pedofilo a Lione: 'sì alle misure, ma il Cardinale Barbarin deve dimettersi'

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Di Euronews
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Le nuove norme antipedofilia decise dai vescovi francesi dovranno essere digerite e meditate dai cattolici e soprattutto da chi, nel mondo cattolico

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Le nuove norme antipedofilia decise dai vescovi francesi dovranno essere digerite e meditate dai cattolici e soprattutto da chi, nel mondo cattolico, è stato toccato direttamente dal fenomeno pedofilia nella Chiesa.

A Lione, le vittime di Padre Preynat hanno creato un’associazione, La parole libérée .

François Devaux, 37 anni, ne è il presidente. Ecco la sua prima reazione alle decisioni del clero:

Le misure vanno nella giusta direzione, mostrano una vera evoluzione. Ma hanno saltato qualche tappa, nell’approvarle, anche se queste decisioni sembrano giuste e credibili, mancano ancora molti elementi.

Devaux ha detto a Euronews che decine di persone stanno venendo allo scoperto mandando alla sua associazione mail o lettere per denunciare abusi. Quanto all’attuale arcivescovo di Lione, il Cardinale Philippe Barbarin :

Adesso mi aspetto che il cardinale Barbarin si dimetta il più presto possibile. È stato al suo posto già quindici giorni di troppo. Quest’uomo deve lasciare le proprie funzioni. Finché non lo avrà fatto, la fiducia non verrà ripristinata.

Devaux accusa anche il Vaticano e tutti i vescovi di aver ignorato le denunce fatte, nel corso del tempo:

Ho cercato di contattare il Nunzio apostolico, ho chiamato il Vaticano almeno cinque volte. Nessun cardinale ha voluto parlarmi al telefono, neanche uno. E ho detto a tutti i segretari: attenzione questo affare diventerà un vero e proprio trauma per questa istituzione. Devono prendere delle decisioni, per far tornare la fiducia. E solo dopo ci potranno essere le azioni che hanno stabilito, che sono a priori molto buone, ma perché siano credibili, bisogna prima ritrovare la fiducia.

Bernard Preynat è accusato di aver compiuto atti di pedofilia quando era alla guida di un gruppo scout, fra il 1986 e il 1991.

A quell’epoca Philippe Barbarin non era ancora vescovo di Lione, ma l’associazione l’accusa di non aver denunciato i fatti una volta venutone a conoscenza.

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