Caso Regeni: inquirenti egiziani a Roma

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Di Eri Garuti
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Sono arrivati a Roma gli inquirenti egiziani ai quali la giustizia italiana chiede collaborazione nell’inchiesta sulla morte sotto tortura di Giulio

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Sono arrivati a Roma gli inquirenti egiziani ai quali la giustizia italiana chiede collaborazione nell’inchiesta sulla morte sotto tortura di Giulio Regeni.

Intanto una serie di email anonime pervenute negli ultimi giorni a Repubblica ricostruisce gli interrogatori violenti cui potrebbe essere stato sottoposto il giovane ricercatore e ne attribuisce la responsabilità a diversi apparati e funzionari, tra cui lo stesso generale cui poi sono state affidate le indagini, aggiungendo che il presidente Al Sisi avrebbe avallato quanto accaduto.

Questi messaggi indicano particolari delle torture, riscontrati dall’autopsia, che non erano stati resi pubblici. Ma una fonte giudiziaria italiana fa sapere all’Ansa che contengono molte imprecisioni e comunque l’inchiesta non terrà conto di tali email anonime.

I magistrati vogliono invece dall’Egitto la consegna di tabulati telefonici e immagini di videosorveglianza.

Gli incontri dei prossimi due giorni saranno determinanti per capire se sarà possibile arrivare a una verità che l’Italia chiede a gran voce.

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