Intervento costato alla Russia 430 milioni di euro finora.
Davanti a una platea di ufficiali si è svolta a Mosca una cerimonia d’onore e medaglie al petto per i piloti rientrati dalla missione in Siria, durata quasi sei mesi, che la Russia ha condotto in appoggio a Bashar al Assad.
Consegnati i riconoscimenti agli eroi di guerra, Vladimir Putin si è rivolto anche alle vedove, ammettendo che le vittime russe sono state almeno cinque, dato che ai quattro nomi fatti dal presidente durante il suo discorso va aggiunto quello di un giovane che si sarebbe suicidato.
“La loro morte è un’irreparabile perdita. Tutti lo abbiamo vissuto come un dolore personale. Questo è il motivo per il quale ho citato i vostri mariti, padri, figli, con il loro nome” ha detto Putin.
Ha, poi, affermato che il ritiro è “un’occasione data alla pace”. Ma ha anche aggiunto che, in caso di bisogno, l’esercito russo, che ha comunque lasciato dei presidi sul territorio, è in grado di schierarsi sul suolo siriano in poche ore.
E inoltre che “tutti i partner sono avvertiti e sanno che il nostro sistema antiaereo sarà usato contro ogni obiettivo che consideriamo una minaccia ai militari russi. Voglio sottolinearlo: ogni obiettivo”. Un avviso rivolto soprattutto alla Turchia.
I piloti russi hanno cominciato martedì a rientrare in patria. Il grosso delle truppe impiegato nell’operazione lo farà nei prossimi giorni.
Vladimir Putin ha affermato che, finora, sono stati spesi per l’intervento militare 33 miliardi di rubli, pari a circa 430 milioni di euro.