Rapimento e riscatto dei dati, i Mac della Apple nel mirino dei "ransomware"

Rapimento e riscatto dei dati, i Mac della Apple nel mirino dei "ransomware"
Di Giacomo Segantini Agenzie:  Reuters
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Da oggi è ufficiale: nemmeno gli utenti Mac possono più dirsi completamente al sicuro dai cosiddetti ransomware. Il termine, derivato dalla fusione

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Da oggi è ufficiale: nemmeno gli utenti Mac possono più dirsi completamente al sicuro dai cosiddetti ransomware. Il termine, derivato dalla fusione delle parole inglesi “ransom“ (riscatto) e “software”, indica un particolare tipo di virus che crittografa i dati rendendoli inaccessibili. Per liberarli, occorre pagare appunto un riscatto.

Unofficial Apple - First known Mac ransomware reaches the wild https://t.co/RndDbbSdOh

— Apple Mac Geek (@AppleMacGeek) 6 March 2016

Nel caso odierno il “cavallo di troia” era rappresentato da una versione di Transmission, un programma per scaricare tramite rete BitTorrent, rilasciata venerdì scorso (la 2.90): al suo interno si nascondeva un virus, KeRanger, programmato per attendere in silenzio tre giorni per poi cominciare a crittografare i dati e quindi richiedere il pagamento di un BitCoin di riscatto (circa 400 dollari ai valori attuali).

Apple è intervenuta durante il weekend revocando i certificati digitali per l’installazione del software incriminato. I creatori di Transmission, dal canto loro, hanno rilasciato una nuova versione del programma, la 2.92. Stando a quanto dice il sito, installandola è possibile rimuovere il software maligno dal Mac.

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