Un parlamento frammentato, il partito del governo uscente senza maggioranza assoluta: è il quadro che emerge dalle politiche in Slovacchia. Il
Un parlamento frammentato, il partito del governo uscente senza maggioranza assoluta: è il quadro che emerge dalle politiche in Slovacchia. Il partito socialdemocratico Smer, del premier Robert Fico, ottiene 49 deputati su 150, perdendone oltre 30 (ne aveva 83). Necessaria un’alleanza con due o tre partiti, altrimenti Fico, che punta al terzo mandato, rischia di passare all’opposizione come nel 2010 quando non riuscì a formare il governo.
“I risultati elettorali sono molto complicati – ha commentato Fico – è la conferma che il nostro sistema politico è molto vivace. Probabilmente dovremo lavorare con molti partiti politici in parlamento”.
Seconda forza politica con 21 deputati i liberali di Libertà e Solidarietà (SaS) che ritengono inaccettabile una coalizione con Smer o con l’estrema destra.
Un’alleanza di partiti di centro-destra potrebbe riuscire a formare un esecutivo come accadde sei anni fa. Secondo gli analisti le trattative potrebbero durare molte settimane.
Fra gli otto i partiti in parlamento, il conservatore Olano-Nova, con 19 deputati. Quindici quelli dei nazionalisti dell’Sns alleati di governo di Fico fra il 2006 e il 2010. Entra per la prima volta in parlamento il partito di estrema destra “La nostra Slovacchia” di Marian Kotleba, con 14 seggi.
Il quadro politico incerto affiora mentre mancano quattro mesi all’inizio della presidenza di turno dell’Unione Europea a guida slovacca. Il Paese (5,4 milioni di abitanti) è membro dell’Unione Europea dal 2004 e dell’eurozona dal 2009.
Buona parte della sua società condivide la posizione anti-migranti del premier uscente, simile a quella di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca.