I "MOOC" sono davvero il futuro dell'apprendimento on-line?

I "MOOC" sono davvero il futuro dell'apprendimento on-line?
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

I MOOC (Massive Open Online Courses) sono una piattaforma tecnologica sulla quale vengono caricati corsi on line gratuiti. Corsi che da qualche anno

PUBBLICITÀ

I MOOC (Massive Open Online Courses) sono una piattaforma tecnologica sulla quale vengono caricati corsi on line gratuiti. Corsi che da qualche anno hanno rivoluzionato il mondo dell’apprendimento.

Gli utenti provengono da tutto il mondo e accedono ai contenuti unicamente via web. L’accesso non richiede il pagamento di alcuna tassa di iscrizione e permette sia di usufruire dei materiali preparati dai docenti, sia di interagire in diversi modi con gli altri studenti. Dopo il boom iniziale ci tirano le somme. “MOOC” è veramente un successo? Quali sono i pro e i contro? E quale potrebbe essere il futuro di questi corsi on-line?

Cina, boom di corsi on line gratuiti

In Cina, dopo un lungo periodo segnato dalla formazione tradizionale, oggi un numero crescente di persone usa MOOC. In questo reportage protagonista Netease Open Course un sito di successo che sta offrendo contenuti versatili.

Per Feng Chao la domenica mattina non è solo una giornata di relax. La nostra social media manager di Shanghai è un’appassionata di tutto ciò che riguarda le nuove tecnologiche. Ogni fine settimana si collega con “NOC” una piattaforma di formazione online fondata nel 2010, che lo scorso anno ha avuto 50 milioni di visite.

“Sto guardando una lezione di cinema. Ma ci sono molti altri corsi interessanti. Alcuni spiegano come ad Hollywood si creano gli effetti speciali per i film. Sono argomenti che mi appassionano ma non ho la possibilità di frequentare l’università. “NOC” è un’ottima piattaforma per l’apprendimento gratuito su internet, posso collegarmi durante il mio tempo libero, quando voglio”, dice Feng Chao

Finora sono stati messi on line oltre 20.000 lezioni delle migliori università del mondo. Ci si può collegare anche da tablet e smartphone grazie a una apposita “app”. Un modo rivoluzionario per gli studenti cinesi alle prese con metodi di insegnamento ancora conservatori.

Il quartier generale di Netease Open Course (NOC) è a Hangzhou, vicino a Shanghai. Negli ultimi 5 anni sono state siglate partnerhips con università come Oxford, Yale o Cambridge. Visto anche l’interesse crescente per la cultura occidentale.

«In media gli utenti hanno tra i 18 e i 35 anni. Sono per lo più studenti universitari o neo-laureati. Hanno 3 obiettivi: per prima cosa vogliono imparare più cose possibili. Poi desiderano anche ottenere nuovi skills da usare per il loro lavoro. Infine vogliono solo studiare durante il loro tempo libero”, spiega Jiang Zhongbo direttore di “NOC”

Ma ciò che rende “NOC” un corso aperto e unico è il suo sistema di traduzione. La maggior parte dei video sono sottotitolati in cinese, grazie al supporto di traduttori come Alan Lai, un giovane impiegato che ha studiato due anni nel Regno Unito. Ora fa parte del team e negli ultimi 5 mesi ha tradotto un corso di Harvard.

“Si tratta del corso di “Psicologia della leadership”, ho lavorato con un gruppo di 24 traduttori volontari. Si traduce una lezione a settimana che poi viene messa in rete. Ho scelto questo argomento perché posso migliorare il mio inglese e mi interessa la psicologia. E’ utile per la mia carriera e il professore di questo corso è molto famoso ad Harvard”, racconta Alan Lai.

Gli studenti possono anche suggerire correzioni nella traduzione che sono poi condivise online con gli altri utenti. Nel giro di pochi anni NOC ha costruito una vasta community di studenti. Ora la lingua e il controllo del governo non sono più un ostacolo.

Regno Unito, quale futuro per “MOOC”?

Una delle principali critiche mosse ai “MOOC” è l’elevato tasso di gente che abbandona i corsi. Cosa rende allora questo programma un successo?

Svetlana Kaminskiene è una mamma single lituana che 5 anni fa si è trasferita in Gran Bretagna. Lavora in una casa di cura e quando ha del tempo libero studia on-line l’inglese. Svetlana usa ovviamente i corsi di “MOOC” messi a punto dal British Council. E ora sta preparando un esame per accedere alle scuole superiori.

“E’ una sfida con me stessa. Ho deciso di andare all’università e studiare Economia e Diritto. Ma prima devo finire questo corso. Ogni giorno vado a prendere mia figlia a scuola, dopo a casa mi metto davanti al mio computer con la tazza di caffè e studio”, racconta Svetlana.

Svetlana è uno dei 35 milioni di utenti sparsi in tutto il mondo che hanno deciso di usufruire dei corsi on line gratuiti. Lei è costante ma la stragrande maggioranza delle persone che si iscrivono- oltre il 90 per cento, abbandona a metà il percorso formativo.

Per alcuni i corsi non sono affatto semplici, c‘è molto da studiare e da fare, altri dopo aver visto il primo video restano insoddisfatti. Insomma non sempre le aspettative corrispondono a quanto proposto dai “Corsi aperti online su larga scala”.

PUBBLICITÀ

Un approccio analizzato da un esperto in materia di educazione, il Dottor Charles McIntyre, co-fondatore di EdTech Europe.

“Da quando sono nati, questi corsi sono stati in rete per diversi anni. La gente cerca questo metodo di apprendimento ma successivamente decide di non voler finire un particolare corso. Questo riflette il fatto che c‘è la voglia di esplorare cose nuove. I punti di esplorazione in questo nuovo mondo dell’apprendimento indicano però che siamo ancora a un livello standard”, spiega il Dott. Charles McIntyre.

Per il nostro esperto i contenuti dei corsi e la fruibilità della piattaforma online sono e devono essere la chiave di successo.

‘Comprendere IELTS’ è stato un corso molto popolare in tutto il mondo – con oltre 700.000 studenti nell’ultimo anno. Un risultato che ha stupito anche il British Council che si ritiene più che soddisfatto sia per il corso che per gli utenti che hanno imparato molto.

“Molta gente all’inizio era un pò scettica. Ci chiedevano come si può insegnare l’inglese attraverso un corso on line. Il risultato finale è che gli studenti stessi sono stati insegnanti gli uni degli altri. Grazie alle tecniche, agli strumenti e ai materiali utilizzati. Sono stati gli studenti a costruite la community”, spiega Anna Searle, Direttrice di Lingua Inglese al British Council.

PUBBLICITÀ

Svetlana comunica con gli altri studenti del corso e cerca di mantenere viva la loro motivazione. Un modo diverso di imparare e studiare lontano dalle tradizionali aule scolastiche.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Come imparare online: l'autodidatta del futuro studia in rete

Hong Kong, nuova legge sulla sicurezza: l'ultimo "colpo" della Cina alla democrazia

Capodanno Lunare: celebrazioni nel tempio Dongyue di Pechino