L’ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia chiude la frontiera con la Grecia, lasciando passare un ridotto numero di migranti siriani e iracheni ma
L’ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia chiude la frontiera con la Grecia, lasciando passare un ridotto numero di migranti siriani e iracheni ma bloccando tutti i rifugiati afghani.
Una decisione che aggrava il peso della crisi migratoria sulle spalle della Grecia, dove i migranti restano bloccati alla frontiera.
“Ogni giorno tra le 100 e le 200 persone, siriani e iracheni, attraversano la frontiera, ma gli afghani non possono passare” racconta un migrante arrivato proprio dall’Afghanistan.
I Paesi dei Balcani e all’Austria stanno drasticamente riducendo il numero di ammissioni per i richiedenti asilo. Vienna ha ridotto a 80 il numero di domande accettate ogni giorno mentre 3.200 persone vengono lasciate transitare verso la Germania.
E mentre nell’ex-Macedonia un campo profughi finanziato dall’Onu resta vuoto, questa politica innesca una serie di accuse incrociate. Ci sono Paesi che credono di poter risolvere il problema scaricandolo sulle spalle della Germania ha denunciato il Ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière.
Allo stesso tempo l’Austria ha annunciato che da oggi 450 militari supplementari sorveglieranno le sue frontiere. Misura che porta a 1.450 il numero di militari e riservisti mobilitati per la sorveglianza dei confini austriaci.
Secondo la polizia ellenica circa 1.000 persone sono bloccate alla frontiera e altre 4.000 restano in attesa a bordo di autobus diretti al confine.