L’eco dell’attentato di Ankara risuona a Istanbul, dove il 12 gennaio un kamikaze aveva causato 10 morti e 15 feriti tra i turisti. La presenza di
L’eco dell’attentato di Ankara risuona a Istanbul, dove il 12 gennaio un kamikaze aveva causato 10 morti e 15 feriti tra i turisti.
La presenza di agenti per le strade non basta a rassicurare la popolazione, che teme nuovi attacchi e si preoccupa anche per l’impatto negativo sull’immagine e sull’economia del Paese.
Un abitante racconta: “Mentre parlavo con il mio amico, abbiamo evitato la folla e abbiamo preso il lato vuoto della strada. Evitiamo le strade affollate. Ovunque vediamo poliziotti. Siamo tutti nervosi. Vivo vicino a Taksim e ho paura.”
Ma anche le strade vuote sono un problema. Piazza Taksim, in passato, era spesso piena di visitatori stranieri. Il timore di attentati li ha fatti in gran parte sparire.
Lo sottolinea un giovane che lavora nel turismo. “Vogliamo che non avvengano più attacchi simili. Siamo giovani, ma non siamo sicuri del nostro futuro. Abbiamo perso la speranza. Le opportunità di lavoro stanno diminuendo a causa del terrorismo.”
Il corrispondente di euronews, Bora Bayraktar, osserva: “Gli attacchi terroristici hanno provocato preoccupazione in Turchia. La gente cerca di evitare i luoghi affollati e le forze dell’ordine hanno aumentato le misure di sicurezza nei luoghi sensibili delle grandi città.”