Il premier ungherese Orban a Mosca per rinsaldare i rapporti bilaterali

Il premier ungherese Orban a Mosca per rinsaldare i rapporti bilaterali
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Di Euronews
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La Russia punta a alleggerire le sanzioni inflitte dall'Unione europea, e l'Ungheria, sebbene non da sola, potrebbe darle una mano.

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Si torna a parlare dei rapporti bilaterali tra la Russia e l’Ungheria, e l’occasione è fornita dalla visita del premier ungherese Viktor Orban a Mosca, prevista per il 17 febbraio.

Secondo molti osservatori, per il leader del Cremlino è l’occasione giusta per affrontare il tema dell’alleggerimento delle sanzioni economiche decise da Bruxelles.

Ungheria, frontiere invalicabili

L’agenda dell’incontro tra Putin e Orban contiene anche temi difficili.

  • Una delle principali questioni riguarda l’adeguamento della centrale nucleare ungherese di Paks, un dossier da 12,5 miliardi di euro, in parte finanziato dalla Russia ma visto con sospetto da Bruxelles che ha avviato diverse indagini sul progetto.

  • Un secondo fronte dei rapporti russo-ungheresi potrebbe disturbare gli interessi della Nato, di cui anche Budapest fa parte, in materia di forniture. L’Ungheria infatti intende comprare da Mosca 6 o 8 elicotteri civili, per una fattura attorno a 560 milioni di euro.

  • Sul tavolo anche la creazione di una compagnia aerea ungherese, con il contributo anche di capitali russi.

  • Sebbene non confermati ufficialmente, è probabile che si svolgano anche colloqui sulle sanzioni europee alla Russia e quelle russe all’Ungheria.

Medvedev: “Non siamo stati noi a cominciare, non tocca a noi recuperare”

Per la Russia il valore di buoni rapporti con Budapest non si misura solo dal punto di vista economico. Per Mosca vale anche il fatto di dimostrare a Bruxelles che può contare su paesi amici proprio tra quelli membri dell’Unione.

Sebbene alcuni paesi europei sembrino orientati verso l’alleggerimento delle sanzioni alla Russia http://www.euronews.com/newswires/3111859-views-on-migration-and-russia-may-make-italys-renzi-odd-man-out-at-eu-summit/, l’accordo generale si ferma alla proroga di sei mesi delle sanzioni. Contemporaneamente, coi prezzi del petrolio crollati, l’economia russa ha il fiato corto.

Nonostante ciò, Mosca evita di rivolgersi direttamente all’Unione europea per negoziare sulle sanzioni, preferendo coinvolgere i paesi suoi ex alleati. Il primo ministro russo Medvedev, in una intervista esclusiva a euronews, http://www.euronews.com/2016/02/14/medvedev-syria-ukraine-and-the-economic-crisis-an-exclusive-interview/ ha commentato: “Non siamo noi ad aver cominciato, non tocca a noi rimediare”.

Dietro le quinte la Russia cerca sostegno tra i paesi membri dell’Unione europea disposti a premere sul dossier sanzioni, magari puntando a vedere revocate quelle disposte dalla Russia nei confronti dei paesi dell’Ue. Secondo András Deák, analista economico, alcuni paesi europei potrebbero battere forte sul tasto dell’alleggerimento delle sanzioni: la Grecia, la Bulgaria, Cipro, l’Italia e l’Ungheria potrebbero esserne il nocciolo duro.

Cosa vuole l’Ungheria?

Budapest non si è opposta alle sanzioni europee, ma il suo export verso la Russia ne ha risentito, riducendosi alla metà. Motivo sufficiente per attendersi una iniziativa per uscire dall’impasse. Secondo alcuni analisti l’Ungheria sarebbe pronta a discuterne direttamente con Mosca.

Russia e Ungheria, quali interessi comuni?

L’ex ministro degli Esteri ungherese Péter Balázs, teme che Budapest sia potuta andare troppo lontano, agli occhi di Bruxelles, sulla strada del riavvicinamento a Mosca, e specialmente se si vede la cosa sotto l’‘ottica della dipendenza energetica. Balàzs è critico nei confronti della qualità della partecipazione ungherese alla Nato e all’Eu, e sostiene che il suo paese potrebbe si lavorare a migliorare le relazioni europee con la Russia, ma solo se esplicitamente richiesta dagli altri paesi membri.

Balázs, che è stato Commissario europeo per la Politiche regionali, si dice convinto che il solo interesse di Mosca sia quello di usare l’Ungheria in chiave polemica nei confronti di Bruxelles.

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