Emergenza profughi: Austria, "tra un mese chiudiamo le frontiere"

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Di Salvatore Falco
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Nessuno vuole i profughi, ma in tanti vogliono trasportarli. Circa 250 fra taxi e autobus bloccano, nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il

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Nessuno vuole i profughi, ma in tanti vogliono trasportarli. Circa 250 fra taxi e autobus bloccano, nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il valico di frontiera con la Grecia a Gevgelija. Protestano contro il loro mancato coinvolgimento nel trasporto dei migranti.

L’accordo con le ferrovie macedoni prevede che taxi e autobus effettuino i trasporti di giorno, i treni di notte.

“I rifugiati stanno arrivando ma noi non lavoriamo – dice Filip Trajanov, un tassista – I treni partono ogni giorno, 2, 3 volte al giorno. Ecco perché protestiamo”.

Il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, in visita nel Paese, fa sapere che Vienna ha quasi raggiunto il numero massimo di rifugiati che prevede di accogliere entro l’anno ed è pronta a chiudere le frontiere a nuovi arrivi.

“L’Austria, così come la Germania e la Svezia, è uno dei tre paesi più attraenti per i migranti e la Svezia ha già preso misure simili – ha spiegato Kurz – queste misure avranno conseguenze dirette per l’intera regione, ma soprattutto per i paesi lungo la rotta balcanica: Slovenia, Croazia, Serbia e Repubblica di Macedonia”.

La scelta, che segue l’imposizione di Bruxelles alla Grecia di bloccare il flusso dei profughi in arrivo dalla Turchia, lascia insoddisfatto il governo italiano e, soprattutto, mette a rischio Schengen.

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