Emergenza rifugiati in Giordania, Abdullah: "Siamo al punto di rottura"

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Di Euronews
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Emergenza rifugiati al centro dell’incontro bilaterale tra il re di Giordania Abdullah II e il ministro degli Esteri britannico. Philip Hammond ha

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Emergenza rifugiati al centro dell’incontro bilaterale tra il re di Giordania Abdullah II e il ministro degli Esteri britannico. Philip Hammond ha toccato con mano la condizioni del campo profughi di Zaatari, in Giordania, il secondo più grande al mondo. Il Paese ospita 635 mila rifugiati siriani, quasi il 10% della popolazione.

“Fino a un paio di mesi fa c‘è stato un flusso costante di persone che faceva ritorno in Siria da questo campo nonostante quello che succede nel loro paese. Questo flusso ora si è interrotto e una nuova ondata di rifugiati si sta muovendo verso Zaatari a causa dei bombardamenti russi”, ha detto Philip Hammond, ministro degli Esteri britannico.

La visita di Hammond avviene alla vigilia della Conferenza Onu dei donatori per la Siria di Londra. Una trentina di Paesi saranno rappresentati il 4 febbraio dai loro capi di Stato o di governo per finanziare gli aiuti umanitari.

“Speriamo che verrà preso un serio impegno internazionale nei confronti della crisi siriana. Guardiamo a questa conferenza come una conferenza politica, l’Europa e la comunità internazionale possono impegnarsi e assumersi una parte delle responsabilità prese dai Paesi in questo periodo di tempo”, ha spiegato Mohammad Momani, ministro giordano per Media e comunicazioni.

“Più soldi meno bombe”, dice l’Oxfam che ha denunciato
come nel 2015 sia stata finanziata soltanto la metà delle risorse necessarie per assistere le persone in Siria. “Servono più aiuti”: è il grido di re Abdullah, che giovedì sarà a Londra per la conferenza dei Paesi donatori. Il re ha lanciato l’allarme sui rifugiati: “Siamo al punto di ebollizione, al punto di rottura”.

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