BP ed Exxon, frenata dei conti 2015 a causa del crollo del petrolio

BP ed Exxon, frenata dei conti 2015 a causa del crollo del petrolio
Di Giacomo Segantini Agenzie:  Reuters
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Sei miliardi e mezzo di dollari di perdite, il risultato peggiore da oltre vent’anni. È una voragine rossa quella che si è aperta nei conti 2015 di

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Sei miliardi e mezzo di dollari di perdite, il risultato peggiore da oltre vent’anni. È una voragine rossa quella che si è aperta nei conti 2015 di BP, grande quanto la marea nera che nel 2010 si propagò nel Golfo del Messico.

Stavolta il colosso non paga un disastro ambientale, bensì il crollo del pezzo del petrolio, passato da una media di 76 dollari al barile nel 2014 ai 43 dell’anno scorso.

La manovra d’emergenza è già cominciata: ricorso all’indebitamento, taglio degli investimenti e riduzione dei costi tramite la soppressione di 7 mila posti di lavoro entro il 2017.

“Credo che il punto sia la capacità dei top manager di trasformare una compagnia. Più spesso ancora, si tratta della capacità di adattarsi e della costanza nel cercare altre fonti di entrate”, spiega Simon Smith di FxPro.

“Questo è sempre difficile per le compagnie petrolifere perché dipendono molto dal prezzo di una materia prima che, anche nei casi migliori, è volatile e imprevedibile. Ed è uno dei problemi che affrontano le compagnie energetiche”, aggiunge.

Oltreoceano la situazione non sembra migliore: la statunitense Exxon Mobil ha riportato i guadagni trimestrali più modesti da 13 anni a questa parte.

Tra ottobre e dicembre l’utile è crollato a 2,78 miliardi di dollari. La compagnia ha reagito annunciando che taglierà di un quarto gli investimenti annuali e interromperà il piano di riacquisto di azioni.

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