Rohani in Italia, Roma punta a ridare impulso agli scambi commerciali

Rohani in Italia, Roma punta a ridare impulso agli scambi commerciali
Di Giacomo Segantini Agenzie:  REUTERS
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Tredici memorandum di collaborazione firmati e contratti per 17 miliardi di euro: è il risultato preliminare della visita in Italia del presidente

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Tredici memorandum di collaborazione firmati e contratti per 17 miliardi di euro: è il risultato preliminare della visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rohani.

Qualcuno, forse, si sarà scandalizzato per l’assenza di vino durante la cena di Stato (richiesta da Teheran e accordata da Roma) e forse ancor più per le statue dei Musei Capitolini coperte per non “urtare” la sensibilità dell’ospite.

Ma questo, avranno pensato i funzionari italiani, è il prezzo da pagare per riaprire un mercato che conta quasi 80 milioni di abitanti, molti giovani, con un buon livello di educazione e con una certa predilezione per il “made in Italy”.

Secondo partner commerciale europeo dopo la Germania, il Belpaese importa soprattutto greggio ed esporta meccanica strumentale. Obiettivo di Roma: tornare al volume di scambi precedenti l’embargo (circa 7 miliardi di euro).

Nel 2014, a causa delle sanzioni, il totale delle sole esportazioni si è fermato a 1,2 miliardi di euro: secondo un rapporto di Sace, la fine delle restrizioni potrebbe significare un aumento di circa 3 miliardi di euro nei quadriennio 2015-2018.

Le imprese italiane scaldano i motori e fissano i loro obiettivi sui differenti settori dell’economia iraniana: petrolio e gas (Eni, Saipem), automobili (Fiat Chrysler), infrastrutture, costruzioni e trasporti (FS, Pessina, Gruppo Gavio). Ma recuperare le quote di mercato perse durante l’embargo nei confronti delle aziende cinesi, russe e indiane non sarà facile. “Siamo pronti ad accogliere investimenti, tecnologia e a creare un nuovo sbocco per le esportazioni”, ha detto Rohani al forum organizzato da Confindustria e Istituto per il Commercio con l’Estero.

Nonostante le sanzioni, l’Italia è rimasta il nono partner di Teheran: “Abbiamo mantenuto un livello di contatti tale da poter dire che oggi l’Italia non sta tornando in Iran. Le nostre istituzioni, le nostre aziende, non se ne sono mai veramente andate”, ha affermato il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni.

Tappa successiva di Rohani sarà la Francia, dove il presidente iraniano intende finalizzare un accordo con Airbus per l’acquisto di 114 aeroplani. Previsto anche un incontro con il numero uno di Total, a riprova del grande interesse dei colossi energetici europei per l’industria petrolifera di Teheran.

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