Spagna: parte tra le divisione la nuova, difficile legislatura

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350 deputati, un terzo dei quali espressi dai partiti anti-sistema: Podemos e Ciudadanos, il PP e i socialisti sono i quattro grandi che in qualche

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350 deputati, un terzo dei quali espressi dai partiti anti-sistema: Podemos e Ciudadanos, il PP e i socialisti sono i quattro grandi che in qualche modo dovranno riuscire a formare il governo.
Il Congresso dei Deputati spagnolo ha aperto la nuova legislatura con il timore che sia la più breve della storia.
Uno dei Parlamenti più stabili d’Europa grazie a una legge elettorale che ha sempre tutelato i grandi partiti lasciando ai margini gli autonomisti e l’estrema sinistra, si è improvvisamente ritrovato ad affrontare la fine del bipartitismo.

Le presidenze di Camera e Senato sono comunque andate a socialisti e popolari, con Patxi Lopez, socialista, eletto al Congresso e il popolare Pio Garcia-Escudero in via di conferma al Senato. Ma che il via libera popolare alla presidenza socialista del Congresso possa aprire la porta a una grande coalizione è dubbio.

Mariano Rajoy ci prova: “Noi, il Partito Popolare, riteniamo che si debba raggiungere un accordo per formare un governo”, dice il capo del governo uscente, che ambisce alla riconferma. “Secondo me – aggiunge – questo accordo dovrebbe essere tra i popolari, che dovrebbero assumersi la responsabilità del governo in quanto partito più votato, e i socialisti e Ciudadanos”.

Benché di fronte alla necessità di formare un governo tutto possa sempre cambiare, al momento sembra molto difficile: i socialisti hanno già detto detto “no” e Ciudadanos mostra una timida disponibilità a un appoggio esterno.

Al governo di sicuro non andrà Diego Bescansa, anche perché è entrato in Parlamento da non eletto. Il neonato è stato portato in aula da una deputata di Podemos. La donna ha allattato il figlio al suo seggio in seconda fila, incurante delle critiche di alcune colleghe che le hanno fatto notare l’esistenza di un nido e il privilegio rispetto ad altre lavoratrici.

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