Elezioni in Rep. Centrafricana, test per un Paese dilaniato dai conflitti interconfessionali

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Di Giacomo Segantini  Agenzie:  Reuters, AFP, Il Post
Elezioni in Rep. Centrafricana, test per un Paese dilaniato dai conflitti interconfessionali

Il giorno più lungo per la democrazia in Repubblica Centrafricana è cominciato. Dopo l’ultimo, ennesimo rinvio per problemi logistici (stampa e invio degli scrutinii) le urne sono finalmente aperte. Una tornata elettorale fortemente voluta nonostante persistenti timori relativi alla sicurezza in un Paese dilaniato da quasi tre anni di violenze tra ribelli musulmani e milizie cristiane.

I candidati di rilievo, sui 30 ufficialmente in gara, sono tre: gli ex premier Anicet Georges Dologuélé e Martin Ziguélé, e il più volte ministro Karim Meckassoua

Nella capitale Bangui gli elettori si sono messi in coda fin dalle prime luci per eleggere Parlamento e, soprattutto, un nuovo presidente.

Tre i candidati di rilievo sui 30 ufficialmente in gara. Il primo è l’ex premier Anicet Georges Dologuélé, sostenuto dal partito dell’ex presidente Bozizé, la cui deposizione nel 2013 scatenò la guerra civile. Il secondo è Martin Ziguélé, anch’egli ex premier, appoggiato dalle milizie cristiane ma accusato da alcuni di aver appoggiato il colpo di Stato di Michel Djotodia. Il terzo è il più volte ministro Karim Meckassoua, considerato vicino alla Francia, ex potenza coloniale presente nel Paese africano con un contingente di pace.

I militari di quest’ultimo, insieme a quelli della missione delle Nazioni Unite (MINUSCA), sono stati dislocati nelle regioni del Paese a rischio scontri. Una misura necessaria dopo le violenze che avevano caratterizzato il referendum per la nuova costituzione del 13 novembre scorso. Il probabile secondo turno delle presidenziale avrà luogo il 31 di gennaio. Esclusa dalla competizione, secondo gli accordi sulla transizione, la presidente ad interim Catherine Samba Panza.