Turchia, Erdoğan difende le operazioni contro il PKK. E attacca Demirtas

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Di Giacomo Segantini Agenzie:  Reuters
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Le parole del leader del principale partito filo-curdo (HDP) su una maggiore autonomia per la minoranza nel Paese bollate come "tradimento e provocazione"

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“Più di tremila terroristi eliminati nel corso delle operazioni militari dentro e fuori dal Paese”: nel discorso alla vigilia del suo viaggio in Arabia Saudita, però, Recep Tayyip Erdoğan pare riferirsi più agli sforzi di lotta contro i ribelli curdi che non contro il sedicente Stato Islamico.

Primo bersaglio del presidente turco: il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK): “Gli ultimi sviluppi in Siria stanno alimentando l’aggressività dei terroristi del PKK contro la nostra unità nazionale”, ha detto.

“Il Partito dell’Unione Democratica del Kurdistan (PYD), che è il braccio siriano del PKK, è convinto che le sue milizie dell’Unità di Protezione Popolare (YPG) stiano guadagnando terreno nel nord e sta cercando di portarli nel nostro Paese”, ha aggiunto Erdoğan. “Ecco la causa degli ultimi episodi terroristici”.

Ma l’attacco più feroce Erdoğan lo ha scagliato contro Selahattin Demirtas, leader del principale partito filo-curdo in Turchia, l’HDP. Le sue parole su una maggiore autonomia per la minoranza curda nel Paese sono state bollate dal presidente turco come “tradimento e provocazione”.

Lunedì le autorità della città sudorientale di Diyarbakir avevano aperto un’inchiesta a riguardo, mentre per strada andava in scena la protesta della popolazione contro le operazioni militari e i coprifuoco.

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