Elezioni in Spagna: Popolari primi ma senza maggioranza

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Di Salvatore Falco
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Fine del bipartitismo, 'Grande Coalizione' unica via per evitare la paralisi politica

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In un voto storico, la Spagna dice addio al sistema del bipartitismo al potere dalla morte del dittatore Franco, dando una vittoria fragile al premier Mariano Rajoy. Il Paese è per la prima volta a rischio governabilità, ma in tarda serata i leader dei due principali partiti aprono alla possibilità di una Grande Coalizione.

Il leader del partito Popolare, vincitore ma senza maggioranza, ha detto che tenterà di formare un “governo stabile”.

Il leader socialista, Pedro Sanchez, arrivato secondo, apre al dialogo e dice che spetta a Rajoy tentare di formare il nuovo governo.

Le coalizioni ‘coerenti’ fra i partiti della ‘vecchia’ politica e quelli del ‘nuovo’, fra Pp e Ciudadanos o fra Psoe e Podemos, ipotizzate dagli analisti prima del voto, resterebbero sotto la maggioranza assoluta di 176 seggi nel Congresso di Madrid. E il risultato in seggi del Pp rende difficile un governo minoritario di Rajoy.

Questa situazione complicata da domani rischia di dare un ruolo senza precedenti al giovane re Felipe VI, che potrebbe dover mediare per nuove alchimie che consentano di evitare un ritorno anticipato alle urne. Una ipotesi che preoccupa gli ambienti finanziari, in un paese ancora in convalescente uscita dal tunnel della crisi più profonda dell’ultimo mezzo secolo.

L’unica coalizione che matematicamente garantirebbe i 176 seggi è una ‘grosse-koalition’ alla tedesca fra Pp e Psoe, già da tempo ipotizzata per garantire la stabilità del paese dall’ex-premier socialista Felipe Gonzalez. Lo stesso Rajoy venerdì per la prima volta non ha escluso categoricamente questa ipotesi.

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