L'Opec sfida ancora il mercato: produzione aumentata nonostante i prezzi in calo

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Obiettivo dei maggiori produttori di petrolio mettere fuori mercato i produttori di idrocarburi da scisto bituminoso. Il ministro dell'Energia degli Emirati: "l'erosione dei guadagni è un'occasione pe

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Questa settimana analizziamo le ripercussioni delle decisioni del meeting dell’Opec.

Secondo gli analisti è chiaro che l’Opec intende mettere più pressione sui produttori di idrocarburi ottenuti dagli scisti bituminosi.

Nonostante le divergenze di vedute tra i vari Paesi che vi appartengono, l’organizzazione ha stabilito, dunque, di aumentare ancora la produzione.

A dispetto delle intense discussioni venerdì scorso tra i membri, l’Opec produrrà oltre 31,5 milioni di barili al giorno. Cosa che è destinata a creare ulteriori pressioni sui prezzi.

euronews ha chiesto al ministro del Petrolio saudita, Ali al Naimi, se c‘è l’ipotesi di coordinarsi con la Russia per stabilizzare il mercato. “Abbiamo dimostrato la nostra volontà di lavorare con chiunque desideri stabilizzare il mercato” ha risposto.

Arabia Saudita e alleati perseguono la loro strategia di difesa delle quote di mercato. Convinti che i prezzi bassi, alla fine, spingeranno fuori dal mercato chi ha alti costi, come i produttori americani di scisto bituminoso.

Il ministro del petrolio del Kuwait, Anas al-Saleh ha affermato che “il costo di produzione in alcuni Paesi non Opec è molto più alto del livello attuale dei prezzi. Matematicamente non possono continuare”.

L’Opec dovrebbe tornare a riunirsi prima di giugno del 2016, nel caso in cui i prezzi del petrolio continuassero a scendere.

Per fare maggiore chiarezza sulle conseguenze del meeting dell’Opec, abbiamo contattato Nour Eldeen Al Hammoury, strategist di Ads Securities ad Abu Dhabi.

Daleen Hassan , euronews
“Molte polemiche venerdì scorso alla riunione dell’Opec. Alla fine abbiamo ancora produzione elevata, come interpreti le conclusioni del meeting?”

Nour Eldeen Al Hammoury
“Il mantenimento di una produzione elevata non è un grande evento per i mercati, né per il prezzo del petrolio. Questo perché i membri dell’Opec stavano già superando il vecchio tetto di 30 milioni di barili al giorno, dall’inizio dell’anno. Inoltre, hanno prodotto oltre 32,4 milioni di barili al giorno a giugno. Quindi l’innalzamento del tetto è solo una decisione tecnica e non vuol dire che la produzione sia aumentata. Se avessero alzato il tetto oltre i 32 milioni di barili al giorno avremmo avuto un cambiamento consistente”.

euronews
“Qual è il livello da tenere d’occhio per il prezzo del petrolio? Quali sono le tue previsioni per il mercato del petrolio e per le società produttrici nel breve periodo?” (9/9)

Nour Eldeen Al Hammoury
“Partendo dal Wti, i trader devono tenere d’occhio quota 40 dollari, che rimane un supporto solido e non abbiamo visto nessuna chiusura settimanale sotto tale supporto. Se dovesse essere rotto al ribasso, potremmo assistere a ulteriori cali. Per il Brent, il livello di 42,20 è a sua volta un supporto significativo, già visto all’inizio dell’anno, una chiusura al di sotto di tale livello potrebbe portare ulteriore pressione. Ci potrebbero essere, comunque, dei segni di stabilizzazione, come abbiamo visto ad agosto. La reazione del dollaro all’eventuale aumento dei tassi a dicembre potrebbe portare un po’ di stabilità. Nei prossimi mesi, con l’eccesso di offerta che continua, un’economia mondiale in rallentamento e nessuna intenzione da parte dei Paesi Opec e non Opec di tagliare la produzione, potremmo assistere a ulteriori fusioni e acquisizioni tra aziende petrolifere, comprese quelle dello scisto bituminoso, i cui guadagni sono minati dai bassi prezzi”.

Gli Emirati arabi uniti sono tra i Paesi pionieri, nel Golfo, per la diversificazione dell’economia. Da anni hanno cominciato a lavorare su diverse strategie per spostarsi verso l’energia pulita e ridurre la dipendenza dal petrolio. Di questo euronews ha parlato con il ministro per l’Energia Suhil Al Mazroui, in un’intervista esclusiva al termine del meeting di Vienna.

Il ministro dell’Energia degli Emirati arabi uniti ritiene che la sceltadell’Opec di tenere alta la produzione, sebbene il prezzo sia basso, sia appropriata. A suo avviso è un’opportunità per diversificare l’economia.

Suhil Al Mazroui
“Tagliare la produzione per raggiungere un certo livello di prezzo non è più una politica efficace. Oggi i prezzi possono danneggiare molti di noi, ma sono anche un’opportunità per ridurre i costi e di costruire economie diversificate, non legate esclusivamente al petrolio. Dobbiamo sfruttare la crisi. Per noi è un’opportunità”.

euronews
“Per crisi intende i bassi prezzi del petrolio?”

Suhil Al Mazroui
“Crisi economica e bassi prezzi del petrolio”.

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euronews “La domanda in calo?”

Suhil Al Mazroui
“Sì, il calo della domanda nel 2015”.

Al Mazroui ha anche parlato della diversificazione delle fonti energetiche e dell’importanza dell’energia verde per gli Emirati.

Suhil Al Mazroui
“Oggi gli Emirati hanno adottato una politica differente. Nel 2021 circa il 30% dell’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili, senza emissioni di anidride carbonica, da impianti nucleari e da pannelli solari”.

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