Il Giappone rilancia la caccia alle balene, nonostante le diffide

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Il Giappone ha ripreso la caccia alle balene, nonostante la diffida della Corte di Giustizia delle Nazioni Unite. Le prime due baleniere dirette

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Il Giappone ha ripreso la caccia alle balene, nonostante la diffida della Corte di Giustizia delle Nazioni Unite.
Le prime due baleniere dirette all’Antartico sono partite dal porto di Shimonoseki, salutate dal Ministro dell’Agricoltura, Foreste e Pesca, Satoshi Kunii.
Il Ministro ha ribadito lo scopo scientifico della caccia ai cetacei, e si è limitato a poche parole su chi vi si oppone, come Greenpeace, che invierà una propria nave in zona:

“Hanno detto delle cose che possono essere interpretate come la volontà di ostacolare le nostre operazioni, se ci incrociano in mare”. “Ma sapremo garantire la sicurezza delle nostre navi”, ha aggiunto.

Ambientalisti a parte, il Giappone deve affrontare anche la forte opposizione dell’Australia, che ha da poco multato – per il corrispettivo di circa 650.000 € – la Kyoto Senpaku Kaisha, la compagnia che gestisce le baleniere, per aver pescato in un santuario protetto in acque australiane. Cosa che le baleniere giapponesi si apprestano a rifare, nonostante, anche, la diffida della Corte dell’Aja che lo scorso anno aveva ritenuto che il Giappone uccide i cetacei per scopi commerciali mascherando la cosa con l’eccezione del fine scientifico.
Unica concessione di Tokyo, dalle 1.000 balene per anno previste ha ridutto il numero di cetacei da cacciare a 333, per il 2016.

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