Cop21, Banca Mondiale:"la lotta contro i cambiamenti climatici creerà un mondo più giusto"

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La conferenza internazionale sul clima di Parigi è iniziata. Le diverse parti sono arrivate nella capitale francese nel tentativo di trovare un

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La conferenza internazionale sul clima di Parigi è iniziata. Le diverse parti sono arrivate nella capitale francese nel tentativo di trovare un accordo in grado di ridurre il livello delle emissioni nocive e combattere i cambiamenti climatici, ma anche supportare i Paesi in via di sviluppo. In questo scenario anche la Banca Mondiale svolge un ruolo molto importante. Per capire quale, abbiamo intervistato Jim Yong Kim, Presidente della Banca Mondiale”.

Euronews- Grégoire Lory
Quali aspettative ha su questa conferenza?

Jim Yong Kim
Molto alte. Si tratta molto probabilmente dell’incontro più importante sul tema, mai organizzato. E c‘è un forte livello di ambizione. Qualche anno fa nessuno si sarebbe aspettato la presentazione di 180 piani, che rappresentano il contributo nazionale che i Paesi si impegnano ad adottare una volta raggiunto l’accordoarrivati. Tra questi, 130 provengono da Paesi in via di Sviluppo. Cosa che dimostra quanto il livello di ambizione sia molto alto a Parigi.

Euronews
Cosa considerebbe un successo?

Jim Yong Kim
Credo ci sia bisogno di mantenere alto il livello delle ambizioni, va detto infatti che non basta soltanto la messa in atto dei 180 piani per il contributo nazionale, da parte di altrettanti Paesi, ma si deve anche procedere alla loro valutazione. Valutazione che vorremmo fosse avviata ogni 5 anni, con la possibilità di essere ancora più ambiziosi. Non credo che arriveremo a un accordo davvero stringente su tutti gli obiettivi fissati, ma si arriverà a un testo che fisserà alcuni punti centrali per segnare la via su cui lavorare in futuro.

Euronews
E cosa invece considererebbe come un fallimento?

Jim Yong Kim
La cosa più importante da considerare è che i leader mondiali dovranno istruire i loro negoziatori, sottolineando la necessità di arrivare a un accordo entro la fine della conferenza..

Euronews
Quale ruolo può avere la Banca Mondiale in questa conferenza?

Jim Yong Kim
Il nostro ruolo è di finanziare i progetti. Dopo la riunione di Lima abbiamo stanziato 29 miliardi di dollari. Certo non corrisponde ai 100 miliardi di impegno annunciati dai Paesi, ma è comunque una buona parte. Lo abbiamo chiarito: siamo interessati a provvedere a nuove forme di finanziamento. Siamo una banca, abbiamo dei blianci, possiamo usufruire del mercato dei capitali e raccogliere fondi. Per questo siamo anche pronti a cercare vie innovative per finanziare i Paesi in via di sviluppo in modo che possano avere accesso a forme di energia sostenibile. Siamo anche impegnati nel consigliare i Paesi riguardo i contributi nazionali e riguardo il modo di metterli in pratica nella maniera giusta.

Euronews
La Banca Mondiale ha anche sottolineato come la lotta ai cambiamenti climatici si traduca anche nella riduzione delle disuguaglianze..

Jim Yong Kim
Assolutamente. Crediamo che la lotta ai cambiamenti climatici sia profondamente connessa a due obiettivi: il primo è porre fine alla povertà estrema. Il secondo è la riduzione delle disuguaglianze concentrandosi sul redditto del 40% dei Paesi in via di sviluppo. E non sarà possibile raggiungere questi due obiettivi se prima non si sconfiggeranno i cambiamenti climatici. Abbiamo appena pubblicato un rapporto nel quale sottolineiamo come: non aggredendo i cambiamenti climatici e non facendo del nostro meglio per ridurne gli effetti, altri 100 milioni di persone saranno ridotte in povertà entro il 2030. Il nostro obiettivo è invece eliminare la povertà estrema entro il 2030. In altre parole, se non combattiamo in modo deciso i cambiamenti climatici non sarà possibile fare nulla contro la povertà.

Euronews
Che tipo di azioni potrebbero aiutare nella lotta contro i cambiamenti climatici e la riduzione delle disuguaglianze?

Jim Yong Kim
Un esempio, in Africa le terre stanno scomparendo progressivamente. Aumenta la desertificazione. La Banca Mondiale ha per questo annunciato il proprio supporto a favore di quello che abbiamo definito* il muro verde*. Un progetto che consiste letteralmente nella costruzione di una barriera verde in grado di proteggere le terre coltivabili dall’invasione del deserto. C‘è bisogno di adattarsi meglio alle condizioni climatiche estreme. Un altro esempio è il seguente: l’adozione di sistemi di allarme in caso di eventi climatici estremi, che possono avere impatti drammatici. E poi c‘è bisogno di più dati e c‘è anche bisogno di capire a che punto siamo arrivati nell’adattamento ai cambiamenti climatici in termini di un’agricoltura più resistente, o anche la costruzione di strade in grado di reggere agli straripemtni dei fiumi, o anche a che punto siamo nella trasformazione delle nostre città in città sostenibili. Si tratta di cose che dobbiamo capire e per farlo c‘è bisogno di dati. C‘è bisogno di maggiore conoscenza. E dobbiamo aiutare un Continente come l’Africa a compiere i passi avanti necessari.

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