La prima volta di Antonio Costa alla guida di un esecutivo monocolore socialista con l’appoggio esterno di comunisti e post-trotzkisti. Costa è
La prima volta di Antonio Costa alla guida di un esecutivo monocolore socialista con l’appoggio esterno di comunisti e post-trotzkisti.
Costa è anche il primo premier non bianco. È originario dell’India ed è alla guida di un gabinetto con poche donne, ma in ministeri di peso come la giustizia e gli interni.
Un governo inviso allo stesso presidente Cavaco Silva che non ha potuto fare altro che dare l’incarico a Costa dopo la mozione di sfiducia del parlamento verso il vecchio esecutivo di Passos Coelho. Un incarico avvelenato. Il presidente ha fatto firmare a Costa un documento per confermare l’impegno a rispettare gli accordi internazionali con l’Europa e con la Nato anche se, nel suo discorso d’insediamento, Costa ha assicurato che l’austerità deve cambiare, e non si può pensare di modernizzare un Paese senza considerare di valorizzare le risorse nazionali, la salute e di combattere le diseguaglianze”.
Il compito di Costa però, non sarà facile, e il sostegno dei partner di coalizione potrebbe venire a mancare quando ci saranno da compiere scelte dolorose in termini di tagli. Senza contare che Costa dovrà dimostrare a Bruxelles di essere molto meno euroscettico dei suoi compagni di strada. Una scommessa che alcuni considerano difficile da vincere.