Schengen Information System, il data base utile nella lotta contro il terrorismo

Schengen Information System, il data base utile nella lotta contro il terrorismo
Di Margherita Sforza
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Dopo gli attentati di Parigi, la Francia chiede agli Stati membri maggiori controlli. Non soltanto dei documenti delle persone che entrano ed escono

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Dopo gli attentati di Parigi, la Francia chiede agli Stati membri maggiori controlli. Non soltanto dei documenti delle persone che entrano ed escono dai confini europei, ma anche di quelle che circolano all’interno dell’area Schengen, ai quali si rivolge il registro dei dati per i passeggeri aerei. Ma non solo. Da Parigi e Bruxelles arriva anche la richiesta d’incrementare a livello nazionale l’uso del database Schengen Information System, che contiene già molte informazioni sui foreign fighters europei. La cui sede fisica è vicino Strasburgo. A capo del quale oggi c‘è Bernard Kirch, che a Euronews spiega:“Il database è consultato, soltanto nel 2014 sono state inoltrate due miliardi di richieste di ricerca. Resto perplesso quando si dice che questo registro non è abbastanza utilizzato”.

Al momento, però, i controlli sistematici riguardano soltanto i cittadini non comunitari. Come spiega l’inviata di Euronews a Strasburgo Margherita Sforza:“L’estensione dei controlli sistematici anche ai cittadini europei necessita di una modifica al codice Schengen. La Commissione Ue dovrebbe presentare la sua proposta di revisione entro la fine dell’anno. Nel frattempo gli Stati membri, in particolare la Francia, chiedono che il PNR, sia approvato prima della fine dell’anno”.

L’introduzione di un registro dati dei passeggeri europei è stato fino ad oggi ostacolato dal Parlamento europeo. Dai fatti di Parigi, però, la discussione è stata ripresa e velocizzata. Come spiega a Euronews l’eurodeputato britannico Timothy Kirkhope:“Restano da analizzare alcuni punti importanti, come ad esempio il fatto che il registro si applichi ai voli che arrivano in Europa, o anche a tutti i voli intra-europei. Punto quest’ultimo sul quale il Consiglio europeo spinge da tempo. Al contrario del Parlamento. Ma i punti irrisolti sono anche altri. La discussione però sta progredendo e presto si arriverà a un compromesso”.

A favore del Pnr, oggi è la maggioranza dei Paesi comunitari, mentre per i suoi detrattori il registro non rappresenta un’arma efficace contro il terrorismo dal momento che i servizi di intelligence, pur a conoscenza dei nomi dei terroristi non sono riusciti a fermarli in tempo.

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