Con il ballottaggio di domenica, l’Argentina volta pagina. E il suo nuovo presidente, Mauricio Macri, l’artefice della caduta del kirchnerismo
Con il ballottaggio di domenica, l’Argentina volta pagina.
E il suo nuovo presidente, Mauricio Macri, l’artefice della caduta del kirchnerismo, promette un cambiamento radicale.
Rompe con la tradizione dei presidenti avvocati, è un ingegnere ed è il primo presidente argentino a essere eletto al ballottaggio. Liberale, fautore di programmi pro-business, Mauricio Macri arriva in politica tardi.
Si dedica inizialmente a curare gli affari di famiglia, il padre è un ricco imprenditore italiano, per poi diventare presidente della squadra di calcio Boca Juniors. Posto che gli dà notorietà oltre l’onore di vincere 17 titoli internazionali.
È eletto parlamentare nel 2005, ma la grande opportunità politica gli arriva nel 2007, quando diventa sindaco di Buenos Aires. Un posto che gli permette di mirare alla presidenza. Nel 2011 è ancora presto, ma nel 2015, il suo partito Propuesta Republicana (Pro) tesse un’alleanza con ‘Union Cívica Radical, una formazione che ha una tradizione e che soprattutto ha una rete nazionale da sfruttare.
Nasce così la coalizione Cambiemos che lo porta alla vittoria.
Le sfide che lo attendono sono impegnative: dall’economia interna, che si affaccia verso un periodo di recessione, con l’inflazione al 30% e sovvenzioni a energia e trasporti che rappresentano il 20% della spesa pubblica, al ruolo dell’Argentina nell’America Latina e nel mondo.
Marcelo Elizondo, International Business Development:
“Per quattro anni, l’economia argentina ha smesso di crescere, l’export è crollato, il settore privato non ha creato impiego”.
Tra le questioni in sospeso anche il litigio con il gruppo di investitori esteri che ha riacquistato il debito argentino e che reclama 1,5 miliardi di euro.
Patricio Giusto, Political Diagnostics:
“Speriamo in una soluzione perché l’Argentina possa finalmente accedere a finanziamenti esteri, c‘è liquidità che aspetta questo Paese e nel caso in cui l’Argentina possa venire a capo di questo problema, ci sarebbero nuovi finanziamenti per il Paese”.
Macri dice no al modello autarchico, isolazionista e nazionalista della Kirchener, adotterà misure che favoriscano il ritorno degli investimenti esteri e, in politica internazionale, spinge per un riavvicinamento agli Stati Uniti.
Non ha la maggioranza in parlamento e per raggiungere questi obiettivi dovrà scendere a patti con i peronisti.