Era in una lattina la bomba che ha fatto precipitare l’aereo russo sul Sinai. Lo sostiene la rivista dell’Isil, Dabiq, che annuncia anche l’uccisione
Era in una lattina la bomba
che ha fatto precipitare l’aereo russo sul Sinai. Lo sostiene la rivista dell’Isil, Dabiq, che annuncia anche l’uccisione di un ostaggio norvegese e di un cinese.
La testata dei jihadisti torna inoltre a minacciare Roma, affermando che la lotta dell’Isil continuerà finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e sul Vaticano.
L’autoproclamato Stato islamico rivela di aver prima progettato di far cadere un aereo occidentale sul Sinai, sfruttando una falla nella sicurezza a Sharm el Sheikh, e di avere poi deciso di mettere la bomba su un velivolo russo, dopo l’intervento militare di Mosca in Siria.
Il numero 12 di Dabiq mostra i corpi di due ostaggi, affermando che sono stati giustiziati “perché abbandonati dalle nazioni e dalle organizzazioni infedeli”.
Per i due era stato chiesto un riscatto e, nell’edizione precedente della rivista, si leggeva che erano “in vendita”.
Le vittime sarebbero il 48enne norvegese Ole Johan Grimsgaard-Ofstad ed il 50enne cinese
Fan Jinghui.