La lotta al terrorismo al centro del G20 in Turchia

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Obama: raddoppiare gli sforzi per eliminare il sedicente Stato islamico. Juncker: rinforzare le frontiere esterne dell'Ue per salvare gli accordi di Schengen

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Gli attentati di Parigi hanno scompaginato l’ordine del giorno del G20.

I capi di stato e di governo dei 20 paesi più industrializzati si incontrano ad Antalya, in Turchia e il primo argomento in discussione è il terrorismo.

I leader più influenti sono chiamati a una risposta incisiva, primo fra tutti il presidente degli Stati uniti Barack Obama, che ha affrontato il tema in un incontro con l’ospite, l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan:

Raddoppieremo gli sforzi – ha detto Obama – lavorando con gli altri membri della coalizione per portare la Siria a una transizione pacifica e per eliminare Daesh, una forza che può causare tanto dolore a Parigi, ad Ankara e in altre parti del globo.

Una riflessione deve essere fatta in primo luogo in ambito europeo. La nostra inviata Margherita Sforza ha chiesto al presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker se gli accordi di Schengen subiranno una modifica:

Gli accordi sulla libera circolazione sono minacciati non a causa dei recenti attentati, ma perché i controlli alle nostre frontiere esterne non funzionano o funzionano male – ha chiarito Juncker – Bisogna porre l’accento sul rafforzamento delle frontiere esterne.

Chiamato a gestire l’emergenza a Parigi, il presidente francese François Hollande è l’unico leader non presente ad Antalya per la 48 ore del G20.

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