Crescita economica: la Francia accelera, Germania e Italia frenano

Crescita economica: la Francia accelera, Germania e Italia frenano
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Di Giacomo Segantini Agenzie:  Reuters
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È la Francia la vincitrice morale della “corsa alla crescita” del terzo trimestre. Il Prodotto interno lordo della seconda economia dell’Eurozona ha

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È la Francia la vincitrice morale della “corsa alla crescita” del terzo trimestre. Il Prodotto interno lordo della seconda economia dell’Eurozona ha accelerato dello 0,3% dopo la stagnazione del secondo. Merito dei consumi delle famiglie, soprattutto in termini di spesa energetica.

Ad accomunarla con la performance della prima economia, la Germania, è stata invece la frenata del commercio estero, che per Berlino ha significato un rallentamento della crescita dallo 0,4% del periodo aprile-giugno allo 0,3%.

La bilancia commerciale negativa tocca anche la terza economia del blocco, l’Italia, che si ferma a un +0,2%. Cede leggermente il passo anche la cometa spagnola (0,8%), mentre la Grecia torna saldamente in territorio recessivo con un -0,5% di contrazione. Il risultato complessivo è un blocco euro che cresce in maniera anemica: +0,3%.

“Nel terzo trimestre abbiamo visto un deciso rallentamento della Germania e questo è continuato nei primi mesi del quarto trimestre”, dice Nick Parsons di National Australia Bank. “Ora, se si guarda alle esportazioni tedesche, agli ordini di fabbrica, alla produzione, dipingono tutti un quadro abbastanza cupo”, aggiunge.

Il giudizio degli analisti è unanime: alla luce di questi dati la Banca centrale europea sarà costretta a espandere le sue misure di stimolo, con un aumento quantitativo oppure un’estensione temporale del suo programma di acquisto di titoli.

“La Bce ha tre frecce al suo arco”, prosegue Parsons. “Può cambiare il costo del denaro, può cambiare la quantità di moneta circolante, oppure può cambiare l’arco di tempo nel quale rende tale moneta disponibile. Non credo che le utilizzerà tutte e tre appieno, semplicemente per cercare di non esaurire tutte le sue munizioni”, conclude.

Scontata la delusione per una crescita che l’Istat vedeva allo 0,3%, l’Italia si consola con un incremento annuo quasi dell’1%. Senza contare, dicono dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che la stima non tiene conto dell’indagine sul fatturato dei servizi.

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