Con una mozione di sfiducia cade, in Portogallo, il governo di Passos Coelho, che passerà agli annali come il più breve della storia del paese.
Con una mozione di sfiducia cade, in Portogallo, il governo di Passos Coelho, che passerà agli annali come il più breve della storia del paese. A ucciderlo, per così dire, è stato l’accordo tra socialisti, Bloco de Esquerda (Be) e Partido Comunista (Pcp). Anche questa è una primizia, visto che le sinistre erano divise da quarant’anni e mai, nella storia del Portogallo democratico, erano riuscite a stilare un programma comune.
Adesso al presidente Caraco Silva che aveva conferito l’incarico al leader del partito di maggioranza relativa restano due strade. La formazione di un esecutivo tecnico, che possa traghettare il Paese a nuove elezioni, oppure conferire, e questa pare l’ipotesi più probabile, l’incarico a un esponente della nuova coalizione.
In caso si dovesse andare a elezioni pare abbastanza difficiole che queste possano essere prima della primavera.
In Portogallo infatti a gennaio si vota per le presidenziali e la legge vieta una concomitanza di date per presidenziali e politiche. Da qui la necessità di una tregua elettorale per evitare la sovrapposizione.
Il parlamento dice no, dunque, alle draconiane misure anticrisi promesse da Passos Coelho. Resta da vedere come reagiranno i mercati a questa virata a sinistra della politica lusitana.