Sinai: per Obama e Cameron è probabile sia stata una bomba

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Mentre l’inchiesta sullo schianto del volo Metrojet procede, le interpretazioni su quanto già scoperto dividono la comunità internazionale. La tesi

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Mentre l’inchiesta sullo schianto del volo Metrojet procede, le interpretazioni su quanto già scoperto dividono la comunità internazionale. La tesi di un ordigno imbarcato sul volo, magari con la complicità di un dipendente dell’aereoporto di Sharm el Sheikh, si fa strada.

L’affermazione di Barack Obama secondo cui è certamente possibile che ci fosse una bomba a bordo ha irritato i paesi più diretti interessati, Russia ed Egitto, ma anche David Cameron si è espresso per l’ipotesi dell’ordigno, proprio mentre ospitava a Londra il presidente egiziano Al-Sisi.

Al premier britannico ha telefonato il presidente russo Putin per invitarlo ad
aspettare dati più concreti prima di trarre conclusioni.
Ma intanto Londra ha già deciso di bloccare i voli per Sharm e sono sempre più numerose le compagnie aeree che hanno interrotto i loro collegamenti con la località turistica sul Mar Rosso.

Anche se l’Italia non ha preso finora simili provvedimenti, gruppi di italiani sono tra le migliaia di turisti bloccati in Egitto per l’indisponibilità, ad esempio, dei voli della britannica Easyjet.

Il sospetto che lo schianto sia stato provocato da un attentato dei jihadisti rischia di dare il colpo di grazia al settore turistico egiziano e, di conseguenza, all’economia del paese.

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