Non bastano anni di guerra, invasioni e attacchi dell’Isil. Gli abitanti di Baghdad debbono sopportare anche le inondazioni. Dopo una notte di
Non bastano anni di guerra, invasioni e attacchi dell’Isil. Gli abitanti di Baghdad debbono sopportare anche le inondazioni. Dopo una notte di piogge, tutta la città è invasa dall’acqua, compreso il campo profughi di al Amal, nel quartiere di Dora, dove vive un migliaio di rifugiati che sono fuggiti da territori occupati dall’autoproclamato Stato islamico.
I profughi se la prendono con le autorità, che non avrebbero fatto nulla per prevenire i danni e alleviare le sofferenze della popolazione del campo.
L’alluvione non ha lasciato nulla all’asciutto. I residenti nel campo non hanno più un posto dove mangiare o riposare.
“Abbiamo sopportato i bombardamenti – dice una rifugiata – siamo arrivati qui cercando un po’ di tranquillità. Ma le autorità non ci hanno dato nulla, nemmeno un posto sicuro dove vivere. Vivere in queste tende non è meglio che vivere in una tomba”.
La capitale irachena non ha un sistema di fognature efficiente, in poco tempo tutte le strade si sono allagate a causa delle forti piogge. Il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza.
Il verificarsi di disastri naturali negli ultimi anni solleva questioni sulla gestione del denaro pubblico e delle infrastrutture in un Paese che detiene enormi risorse petrolifere.