Mangimi Ogm, no dell'Europarlamento alla diversificazione dei regolamenti nazionali

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Di Margherita Sforza
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Braccio di ferro tra Europarlamento e Commissione europea sulla commercializzazione dei mangimi Ogm. L’aula di Strasburgo ha bocciato il testo

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Braccio di ferro tra Europarlamento e Commissione europea sulla commercializzazione dei mangimi Ogm. L’aula di Strasburgo ha bocciato il testo, proposto dall’esecutivo Juncker, nel quale si lasciava la decisione ai singoli Stati.

Situazione che avrebbe di fatto aperto a diverse pratiche e regolamentazioni tra i 28 Stati membri, e comportato la reintroduzione dei controlli alle frontiere. Unica condizione in grado di verificare l’origine dei mangimi. Con buona pace dei principi istitutivi del Mercato Interno.

“La reintroduzione de controlli interni, con barriere fra gli Stati membri equiverebbe a cancellare le conquiste economiche dell’Unione doganale europea e del Mercato unico. Non possiamo pensare di avere un Mercato interno a macchia di leopardo dopo tutti gli sforzi che ci hanno consentito negli anni di eliminare le barriere nelle frontiere interne dell’UE” ha spiegato l’eurodeputato Giovanni La Via.

Dagli eurodeputati anche la richiesta di pensare a una nuova proposta legislativa. Considerato soprattutto che l’80% dei mangimi utilizzati nell’agricoltura europea proviene da coltivazioni OGM. Richiesta, che la Commissione ha però già rinviato al mittente. “Intendo ribadire che la Commissione crede fermamente in questa proposta. E’ il giusto modo di affrontare le sfide poste dalla questione degli Ogm sul mercato europeo. La Commissione non ritirerà la sua proposta” ha dichiarato il Commissario Ue Vytenis Andriukaitis.

Se da un lato il testo licenziato dalla Commissione europea punta a tenere a rendere più soft l’approccio europeo verso i ,mangimi Ogm, dall’altro potrebbe esporre i Paesi Ue a possibili azioni legali da parte delle multinazionali produttrici di mangimi geneticamente modificati.

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