Emergenza profughi: Paesi 'rotta balcanica' bocciano piano Ue

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Di Salvatore Falco
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I Paesi della ‘rotta balcanica’ bocciano la strategia del’Unione europea di fronte all’emergenza migratoria. 13mila profughi sono arrivati in

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I Paesi della ‘rotta balcanica’ bocciano la strategia del’Unione europea di fronte all’emergenza migratoria.

13mila profughi sono arrivati in Slovenia nelle ultime 48 ore, mentre dall’inizio della seconda ondata di ingressi di sabato scorso, la polizia di Lubiana ha registrato quasi 60mila persone.

Nel vertice di questa domenica con i Paesi dei Balcani è stata presentata una lista di 16 azioni operative da applicare in 24 ore: uno Stato può rifiutare l’ingresso a chi non vuole presentare domanda d’asilo, nessun Paese potrà inviare i migranti verso le frontiere altrui senza aver prima “l’accordo” dello Stato in questione e verrà lanciata una nuova operazione Frontex al confine tra Grecia, Macedonia e Albania.

“Il ristabilimento delle frontiere esterne dell’Europa è, oggi, il compito chiave dello schieramento dei moderati – ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk – E non per rendere l’Europa una fortezza inaccessibile, ma per proteggere in modo efficace i valori della solidarietà, della libertà e dell’apertura. Solo allora saremo in grado di fermare gli estremisti nella loro marcia verso il potere”.

I Paesi dei Balcani non si fidano di Bruxelles, hanno paura di diventare una zona cuscinetto per i migranti che l’Unione non vuole. Se Germania, Austria e altri Paesi chiuderanno le frontiere – annunciano – Bulgaria, Serbia e Romania sono pronte a fare altrettanto. Serbia e Croazia, inoltre, hanno deciso di far passare i migranti che vogliono raggiungere l’Austria e la Germania.

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