MH17, l'Ucraina difende le sue scelte e accusa la Russia

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Di Roberto Alpino
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Il Governo ucraino commenta le conclusioni degli esperti internazionali che hanno reso pubbliche le indagini sull’abbatimento del volo MH17

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Il Governo ucraino commenta le conclusioni degli esperti internazionali che hanno reso pubbliche le indagini sull’abbatimento del volo MH17, difendendo la decisione di non chiudere lo spazio aereo nella parte orientale del Paese per il fatto di non essere stati a conoscenza che armi antiaeree fossero utilizzate nella zona.

“Nel 2014 – dice il Capo di Stato per il traffico aereo, Babeichuk -, il Ministro della Difesa ha preso la decisione di chiudere lo spazio aereo sino a 7900 metri, al fine di garantire la sicurezza del traffico civile su una zona oggetto di operazioni antiterrorismo. A quel tempo, nessuno poteva immaginare che tali potenti impianti, tali apparecchiature come il BUK potessero essere utilizzati contro un aereo civile”.

“Il territorio da cui è stato lanciato il missile era sotto il controllo dei combattenti filorussi – ribadisce invece il vice Primo Ministro ucraino, Zubko -. Le armi che hanno abbattuto il velivolo erano russe, è impossibile per persone impreparate affrontare un’arma a così elevata precisione. Il missile ha colpito la cabina di pilotaggio. Ecco perché pensiamo che siano stati istruttori russi a lanciarlo”.

Anche il Premier Iatseniuk nelle accuse si spinge oltre, affermando che solo esperti tecnici russi sarebbero stati in grado di lanciare il razzo.

“Le informazioni sulle circostanze dell’incidente pubblicate nella relazione finale – afferma la nostra corrispondente – non si sono rivelate sorprendenti. Si tratta piuttosto una ripetizione di quanto annunciato in precedenza. Tuttavia, mentre le indagini tecniche sono state completate, quelle penali sono ancora in corso. La domanda “Di chi è la colpa?” avrà risposta non prima dell’inizio del 2016. In quella circostanza, un rapporto penale degli inquirenti internazionali sarà reso noto nei Paesi Bassi”.

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