Turchia: attentato di Ankara, quali cause e responsabili?

Turchia: attentato di Ankara, quali cause e responsabili?
Di Euronews
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Stazione di Ankara, capitale turca: sabato 10 ottobre sono appena passate le dieci quando due forti esplosioni scuotono la zona dove si sono riunite

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Stazione di Ankara, capitale turca: sabato 10 ottobre sono appena passate le dieci quando due forti esplosioni scuotono la zona dove si sono riunite migliaia di manifestanti per la pace. Sono venuti da tutta la Turchia, rispondendo all’appello di Ong, sindacati e partiti di sinistra, per condannare la ripresa del conflitto tra lo Stato e i ribelli curdi.

Novantasette persone perdono la vita, secondo il bilancio del governo di Ankara, centinaia rimangono ferite. Non ci sono rivendicazioni e alcuni familiari ai funerali delle vittime, gridano: “Erdogan assassino”. Il nome del presidente e l’accusa risuonano in diverse manifestazioni a Istanbul e nel sud-est del Paese: manifestazioni filo-curde si svolgono anche in Europa, come in Francia, Germania e Svizzera.

Ankara sospetta innanzitutto il cosiddetto Stato Islamico, ma non scarta le accuse contro il PKK. L’HDP, partito curdo e di sinistra di Selahattin Demirtas, punta il dito contr Erdogan, ritenendo l’attentato parte di una strategia del presidente per ridare all’AKP la maggioranza assoluta alle elezioni del 1 novembre, maggioranza che aveva perso a giugno. Alimentare il conflitto con i curdi, secondo l’opposizione, serve ad attirare l’elettorato nazionalista verso il partito islamico di Erdogan. Un calcolo denunciato anche dal premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk.

Bahtiyar Küçük, euronews: “Il peggior attacco della sua storia repubblicana ha squassato la Turchia. Ne parliamo con Nihat Ali Özcan, analista della Fondazione per la ricerca e la politica economica della Turchia, in collegamento da Ankara. Dal 24 luglio, la Turchia conduce operazioni militari contro il PKK e l’Isil, pensa che in occasione della manifestazione di sabato le misure di sicurezza fossero sufficienti?

Nihat Ali Özcan, analista di TEPAV

“Ascoltando le spiegazioni date dal governo, ci si rende conto che c‘è stata negligenza per quel che rigurda l’informazione e la sicurezza. La polizia ha preso le misure necessarie nel luogo dell’assembramento. I terroristi hanno attaccato i manifestanti verso il punto di partenza dove erano riuniti per partire tutti insieme. Le forze dell’ordine controllavano il luogo del raduno ma il controllo scarseggiava nelle zone vicine”.

euronews:
“Alcuni accusano il governo di quest’attacco. Il premier Davutoglu e il leader dell’Hdp Demirtaş si sono scambiati accuse reciproche. Secondo lei, chi c‘è dietro gli attentati?”

Özcan:
“Ci sono più sfaccettature, anche se tutti i dati accusano l’Isil. Se lo si guarda da questa punto di vista, gli attacchi dell’Isil portati in Siria contro il Pkk e il Pyd mostrano che la violenza è stata portata in Turchia e tutto questo indipendentemente dalle elezioni. Certo, il governo ha le sue responsabilità”.

euronews:
“Tre mesi fa, alla frontiera siriana 33 persone sono state uccise. C‘è un legame tra questi attacchi?”

Özcan:
“Ci sono delle somiglianze tra i due attacchi, per i metodi utilizzati, le persone prese di mira e lo scenario che segue l’attentato. Andando al di là di questi due casi, molti sono gli attentati che si stanno verificando ultimamente: il meeting dell’Hdp a Diyarbakir, il 6-7 ottobre durante i fatti di Kobane, gli attacchi del Pkk contro i simpatizzanti dell’Isil e altre azioni individuali, che prendono di mira civili, musulmani, politici, ci mostrano che si tratta di una guerra tra Pkk e Isil che si allarga di giorno in giorno”.

euronews:
“Possiamo dire che si tratta di una strategia del Pkk, in vista delle elezioni? Il giorno dell’attentato il Pkk aveva annunciato di lasciare le armi fino alle elezioni”.

Özcan:
“Penso che si tratti di una coincidenza, ma presto si terranno le elezioni e il Pkk ha organizzato attentati in zone precise. Il Pkk ha adesso un suo ruolo in Siria e in Iraq, nella guerra contro l’Isil, gli viene assicurata una legittimità”.

euronews:
“Come quest’attentato può influenzare il voto del primo novembre?”

Özcan:
“Non possiamo arrivare a conclusioni affrettate, si possono ipotizzare due scenari. Il sentimento di insicurezza può avvicinare la gente al governo o al contrario, se le critiche diventano forti, può rafforzare il blocco anti governativo”.

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