Il tentato accoltellamento di un ebreo da parte di una donna palestinese alla Porta dei Leoni nella Città Vecchia di Gerusalemme ha spinto il governo
Il tentato accoltellamento di un ebreo da parte di una donna palestinese alla Porta dei Leoni nella Città Vecchia di Gerusalemme ha spinto il governo israeliano a evacuare la spianata delle moschee e precluderne gli accessi. Poi a Kyriat Gat, nel Sud del Paese, un militare è stato a sua volta accoltellato da un giovane palestinese di Hebron, che ha cercato di rubargli il fucile. L’attentatore è stato poi ucciso. E poi ancora un accoltellamento, in un centro commerciale di Petach Tikva, nel centro di Israele.
“I civili – ha detto il premier israeliano – sono la prima linea nella guerra contro il terrorismo e devono prestare la massima attenzione. Voglio sottolineare il sangue freddo dimostrato dai cittadini israeliani negli ultimi giorni e oggi in particolare”.
Due degli attentati sono stati rivendicati da Hamas. Altri episodi, in particolare contro i coloni israeliani, si sono verificati nei Territori, ma anche i Palestinesi sono da giorni vittime di aggressioni e vandalismi.
Nel corso della giornata, la più violenta dall’inizio di questa crisi che ha già causato quasi trecento feriti, un gruppo di coloni israeliani è stato bloccato dai militari mentre tentava di raggiungere un villaggio palestinese.
Ed è proprio l’esercito israeliano ad annunciare di aver avviato un’inchiesta sull’eccesso di violenza da parte di alcuni soldati infiltrati in un gruppo di palestinesi. I militari, dopo aver immobilizzato un militante palestinese, avrebbero infierito su di lui riducendolo in fin di vita.