Scontri e trattative dietro le quinte: Israeliani e Palestinesi tentano di evitare un'escalation

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Di Euronews
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In Cisgiordania è stata ancora una giornata caratterizzata dagli scontri, ma nè Israele nè l’Autorità palestinese vogliono un’escalation. Al check

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In Cisgiordania è stata ancora una giornata caratterizzata dagli scontri, ma nè Israele nè l’Autorità palestinese vogliono un’escalation.
Al check point di Qalandiya prima, a Betlemme poi, subito dopo i funerali del ragazzino rimasto ucciso alla vigilia, alcuni manifestanti si sono scontrati con l’esercito iraeliano. I responsabili della sicurezza israeliani e palestinesi si sono però incontrati in serata.

Il premier israeliano, durante un sopralluogo nel posto in cui era stata uccisa una coppia di coloni cinque giorni fa, è tornato a parlare di sicurezza, ma l’ha fatto rivolgendosi anche alla popolazione islamica:

“Abbiamo messo in campo rinforzi per la sicurezza. Hanno ricevuto istruzioni chiare per agire contro qualsiasi pericolo per la propria vita o per quella di persone innocenti. Siamo i garanti dei siti sacri dell’Islam, siamo la ragione per cui i siti sacri dell’Islam, così come quelli sacri per la Cristianità e il Giudaismo, non hanno oggi l’aspetto di Palmira”.

Da parte sua il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, si è detto pronto a riprendere i negoziati di pace in qualunque momento. “Non vogliamo un’escalation con Israele”, ha detto, e ha poi aggiunto:

“Israele deve fermare la sua aggressione al popolo palestinese e fare un passo per la pace, perché noi vogliamo raggiungere una soluzione politica con metodi pacifici, e non altri”.

Contemporaneamente alla revoca del blocco della Città Vecchia di Gerusalemme, le forze israeliane hanno avviato la distruzione di alcune case di militanti accusati di fatti di sangue dello scorso anno.

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