I guai di Air France, stretta tra concorrenza e sindacati

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È dal risultato operativo che si deve partire per comprendere i guai in cui si trova oggi Air France. Nel secondo trimestre il gruppo, che comprende

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È dal risultato operativo che si deve partire per comprendere i guai in cui si trova oggi Air France. Nel secondo trimestre il gruppo, che comprende anche l’olandese KLM, ha registrato un calo annuale del 22%. Aggiungete il cambio sfavorevole (l’euro debole gonfia le entrate, ma anche i costi) e il verdetto finale diventa una perdita netta da 79 milioni di euro.

Che cosa è successo? Semplice: Air France, come del resto tutte le ex compagnie di bandiera, ha incontrato una turbolenza che si chiama “concorrenza”.Da una parte quella delle compagnie aeree low-cost, come Ryanair e EasyJet, nelle tratte a corto raggio. Dall’altra, quella dei vettori dei Paesi del Golfo (sovvenzionati da ricchi governi) nelle tratte a lungo raggio.

Ogni soluzione – spiega Michael Hewson, analista di CMC Markets – è bloccata da “relazioni industriali ferme al XIX secolo. Nessuno fa concessioni e la dirigenza cerca allora di imporre il suo piano, essenzialmente perché non vede altre soluzioni”.

Se le scene viste lunedì hanno scioccato la Francia, il piano di tagli non ha stupito nessuno. Era stato preannunciato la settimana scorsa dalla dirigenza dopo la rottura dei negoziati su “Perform 2020“, cioè il piano che punta ad aumentare la produttività e a ridurre i costi.

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