Portogallo, un futuro tra sogni e incertezze

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L’astensionismo e il numero ancora alto di elettori indecisi sono le principali incognite che pesano maggiormente sulle politiche in Portogallo. Più

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L’astensionismo e il numero ancora alto di elettori indecisi sono le principali incognite che pesano maggiormente sulle politiche in Portogallo. Più del 20% degli aventi diritto non ha ancora deciso chi votare. E si presume che molti diserteranno i seggi. L’unica certezza è la sfida a tutto campo tra l’attuale primo ministro Pedro Passos Coelho e il socialista Antonio Costa.

Anche se è difficile stabilire quali saranno i possibili scenari post-voto attualmente la coalizione conservatrice Portogallo Avanti sarebbe in leggero vantaggio sul principale partito di opposizione, il Partito Socialista. Per Coelho, in caso di vittoria, non sarà facile mettere insieme una maggioranza: per governare servono 116 seggi e in Portogallo vige il sistema proporzionale.

Intanto il gran finale della campagna elettorale si è svolto con uno scambio di accuse tra i due avversari: Costa è un radicale, ha detto Coehlo rispondendo alle accuse del leader socialista secondo il quale i conservatori vogliono solo restare al potere senza curarsi minimamente dei problemi che stanno destabilizzando famiglie e imprese.

Molto più indietro nei sondaggi gli altri partiti in competizione: il Blocco di Sinistra, formazione modello Syriza che candida Catarina Martins e il Partito Comunista, che presenta come leader Jerónimo de Sousa molto critico nei confronti di Costa per aver difeso i tagli agli stipendi e alle pensioni. Infine elemento da non trascurare la scarsa fiducia dei giovani nelle istituzioni. Sempre più ragazzi tra i 15 e i 24 anni non hanno alcun interesse per la politica. Per molti di loro destra e o sinistra sono solo parole a cui non seguono fatti concreti.

Per analizzare la situazione in vista del voto di domenica Maria Barradas di euronews ha sentito, collegato da Lisbona, Joaquim Vieira, giornalista e analista politico. Maria Barradas, euronews: “Che cosa si aspettano i portoghesi da queste elezioni?”

Joaquim Vieira:“Credo, sostanzialmente, che i portoghesi si aspettino un governo che potrà dare un taglio netto agli ultimi quattro anni di crisi e di austerità dovuto a un piano di salvataggio che è stato difficile e doloroso per tutti, per tutta la società portoghese; quindi i portoghesi si aspettano stabilità, maggiore sviluppo, progresso e crescita economica”.

euronews: “La scelta sarà tra un governo guidato da Pedro Passos Coelho o António Costa. Quali sono le principali differenze nelle proposte dei due candidati?”

J:V: “Le proposte sono in qualche modo simili. Entrambi hanno sottoscritto, per esempio, il patto fiscale per i paesi della zona euro e quindi nel quadro macroeconomico generale non ci sarà sicuramente una grande differenza tra i due. Possiamo dire che all’interno del Partito socialista forse c‘è una maggiore sensibilità sociale verso alcune questioni e alcune problematiche, ma in ogni caso ci sono dei limiti rigorosi su come debbano essere applicate le misure politiche. Per quanto riguarda la destra troviamo una coalizione – al governo fino ad oggi – più realistica nell’applicare le riforme politiche; a sinistra, nel partito Socialista le proposte di crescita economica e di sviluppo hanno poca possibilità di essere realizzate fino in fondo.”

euronews: “Quali saranno gli scenari del post-voto? Cosa può accadere?”

J.V: “Lo scenario più probabile è quello che nessuna delle forze politiche riesca a raggiungere la maggioranza assoluta. Se questo dovesse accadere andremo incontro a un contesto di instabilità politica fatto di possibili accordi in Parlamento, accordi fatti solo per l’approvazione di alcune misure. Per esempio ci potrebbe essere una maggioranza di sinistra in parlamento – questo è uno scenario possibile – ma non penso sia possibile poi formare un governo, perché tra il Partito Socialista e le altre forze politiche di sinistra c‘è un abisso, li dividono vedute e differenze enormi su questioni nazionali- per non parlare poi di politica europea”.

euronews: “Ma, nonostante tutto, c‘è spazio per la formazione di un governo o il paese potrebbe diventare improvvisamente ingovernabile?”

J.V: “Penso che in una democrazia ci siano sempre soluzioni, e quindi non credo che il Paese potrebbe diventare ingovernabile. Certi accordi parlamentari possono essere fatti solo per un breve termine fino a quando un Paese non va nuovamente a votare. Ma non credo che ci saranno nuove elezioni politiche almeno per ora, perché nel mese di gennaio si tengono le elezioni presidenziali. Se tuttavia ci sarà una situazione d’instabilità in Parlamento dopo il voto di domenica allora è quasi certo che andremo di nuove alle urne entro un anno. Al momento è anche vero che nessun partito vuole farsi carico di rovesciare il governo perché questa mossa costa molto cara in termini di consensi elettorali.”

euronews: “Che significato può assumere la possibilità di non avere una maggioranza? Significa che i portoghesi sono soddisfatti delle politiche degli ultimi quattro anni o, al contrario, non riescono a trovare una alternativa alle proposte dell’opposizione?”

J.V: “Direi che i portoghesi non sono soddisfatti e che il programma di austerità è stato davvero molto pesante, causando parecchio malcontento tra la gente. Semplicemente anche se non vedono alcun motivo per votare la coalizione attuale molti portoghesi non hanno trovato motivi per cambiare le loro idee e votare per il Partito Socialista. Quindi è possibile che l’astensionismo sia molto alto, questo riflette il malcontento e l’insoddisfazione dei portoghesi per i vari partiti che si presentano in queste elezioni.”

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