Frans Timmermans: "Tra gli Stati membri dell'UE c'è una diffidenza inaccettabile"

Frans Timmermans: "Tra gli Stati membri dell'UE c'è una diffidenza inaccettabile"
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Al palazzo di vetro dell’ONU, a New York, i leader mondiali si sono riuniti per parlare dei temi più urgenti che riguardano il pianeta. Dalla crisi

Al palazzo di vetro dell’ONU, a New York, i leader mondiali si sono riuniti per parlare dei temi più urgenti che riguardano il pianeta. Dalla crisi dei rifugiati siriani ai diritti individuali fino ai nuovi obiettivi di sviluppo. A rappresentare l’Unione Europea, il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans.

Chi è Frans Timmermans?

  • Dal 1º novembre 2014, Frans Timmermans è il Primo vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali
  • Dal 2012 al 2014 è stato ministro degli Affari Esteri dei Paesi Bassi
  • Dal 1998 al 2007 e dal 2010 al 2012 è stato deputato, nelle fila del Partito del Lavoro, alla Tweede Kamer, la camera bassa del Parlamento olandese
  • Prima della sua esperienza legislativa, ha ricoperto diversi incarichi diplomatici a livello nazionale ed europeo
  • Timmermans ha 54 anni, quattro figli e parla sei lingue europee

Stefan Grobe, euronews:
“Vicepresidente Frans Timmermans, grazie per essere qui con noi alla sede dell’Onu, a New York. Inizio con una domanda personale. Lei si chiama Francesco come il Papa ed è cattolico anche se proviene da un Paese protestante: Vorrei chiederle quanto è importante la fede e la religione nella sua vita privata ma anche in quella politica”.

Frans Timmermans:
“È importante nella mia vita privata. Sono un cattolico. Vengo da una provincia dei Paesi Bassi dove, fino alla fine degli anni Sessanta, l’80% delle persone erano cattoliche. La religione non ha lo stesso ruolo che aveva nella vita dei miei genitori o dei miei nonni. Ma è comunque un elemento importante. Trovo ispirazione
nella cristianità, nella vita di Cristo e nei suoi insegnamenti. Ma è solo un’ispirazione. Francamente non è qualcosa a cui penso ogni giorno”.

euronews: “Questo Paese ha appena ricevuto la visita del Papa. Il Pontefice ha sollevato alcune questioni che anche Lei ritiene importanti. Temi come l’immigrazione e la lotta alla povertà. Ha anche criticato il capitalismo sfrenato. Mi chiedo: Lei cosa ne pensa? Considera il Papa un alleato?”

Frans Timmermans:
“Assolutamente. In special modo su temi morali legati al modo in cui la nostra economia è strutturata. Penso che abbia preso posizioni importanti sullo sviluppo sostenibile, sullo sfruttamento delle risorse naturali, sulla necessità di prendersi cura dell’ambiente, di prendersi cura l’uno dell’altro all’interno della comunità e della società, ma anche la necessità di prendersi cura delle persone che fuggono da altre società a causa di guerre e persecuzioni. Quindi penso che i suoi insegnamenti siano di grande importanza per tutti, in generale”.

euronews:
“Una delle ragioni per cui Lei è qui, e oltre al resto ne ha l’incarico nella Commissione europea, sono i nuovi obiettivi di sviluppo globale. 17 per i prossimi quindici anni. Per riassumerli: riguardano il pianeta, la pace, la prosperità. Come può contribuire
l’Europa e qual è il messaggio europeo al mondo?”

Frans Timmermans:
“L’elemento di svolta è che mentre l’obiettivo di sviluppo del millennio era spiegare all’altra parte del mondo, quella non sviluppata, come ottenere lo sviluppo ora gli obiettivi di sviluppo sostenibile riguardano tutti noi. E abbiamo bisogno di fare i compiti a casa perché dobbiamo cambiare la nostra struttura economica affinché sia sostenibile. Dobbiamo smettere di sprecare
le risorse naturali perché sono limitate e a un certo punto finiranno. Abbiamo anche bisogno di creare un’economia socialmente sostenibile perché, soprattutto se si guarda all’Europa,
la classe media sta perdendo fiducia nella struttura economia e di conseguenza nel futuro per sé e per i propri figli. Se non lo capiamo, allora avremo grossi problemi. Ed è per questo che credo che gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile riguardino tanto noi stessi che gli altri Paesi”.

euronews:
“Alcuni critici sostengono che alcuni obiettivi siano di difficile misurazione – come la discriminazione contro le donne – mentre altri troppo generici – come il lavoro. Come risponde a queste accuse?”

Frans Timmermans:
“Credo che, se non li si vogliono raggiungere, si possa sempre trovare una ragione per dire che non vanno bene. Per le donne, è molto semplice: occorre iniziare con stessa retribuzione per lo stesso lavoro, perché ancora non è così. Stesso stipendio – misurabile in cifre – è piuttosto chiaro. Ma ancora non possiamo ottenerlo. E allora si inizia con l’aiutare le famiglie a capire che la cura dei bambini è un lavoro che uomini e donne devono condividere. Per cui occorre creare delle agevolazioni per fare in modo che anche gli uomini possano chiedere un congedo lavorativo, quando diventano padri. Occorre fare in modo che ci siano strutture a sufficienza dove portare i bambini, e dove siano ben accuditi, in modo che tu possa andare avanti con la tua carriera. Abbiamo ancora molto da fare per ottenere questi diritti e siamo molto distanti da una situazione perfetta. È anche un cambiamento culturale: vedere come necessaria l’emancipazione delle donne. Guardiamo allo sviluppo demografico. Se non otteniamo che tutti ‘salgano a bordo’, allora affonderemo economicamente. Queste cose sembrano piuttosto generiche ma sono molto precise, una volta che si sviluppano delle politiche”.

euronews:
“Nonostante tutti gli sforzi per una più forte cooperazione globale tra il mondo sviluppato e quello in via di sviluppo, tra l’Europa e i Paesi vicini, ci sono ancora divari enormi. Se ci guardiamo attorno, vediamo che c‘è un’area che non ha affatto beneficiato di questi sforzi: il Medio Oriente. Mi sto ovviamente riferendo alla crisi dei rifugiati provenienti dalla Siria. Lei è stato in prima linea per ‘portare tutti a bordo’, per trovare soluzioni. Mi racconta la frustrazione che ha sperimentato?”

Frans Timmermans:
“A volte sei frustrato perché le cose che sembrano logiche non vengono viste come tali dai tuoi colleghi. Ma dipende dalla tua prospettiva. L’Europa si sta muovendo rapidamente in questo ambito, più velocemente di quanto non faccia in altre aree.
Immaginate che, nemmeno un mese fa, il presidente Juncker ha pronunciato un discorso al Parlamento Europeo. È stata presa una
storica decisione al Consiglio europeo della scorsa settimana quando sono state accettate le proposte della Commissione su una
serie di temi. Naturalmente, tutto questo non è sempre condiviso da tutti gli Stati membri, ma in generale i Paesi si stanno rapidamente muovendo per andare nella stessa direzione. Stiamo davvero superando alcuni dei principi della nostra politica in materia di asilo, e lo stiamo facendo piuttosto rapidamente, ovviamente sotto pressione. Ma l’esperienza dimostra che l’Europa
compie passi avanti solo sotto pressione. Per decenni è stato così”.

euronews:
“Come si spiega che l’Europa sia stata colta tanto di sorpresa? La guerra civile siriana è in corso da anni ed era piuttosto prevedibile.
Tutto a un tratto abbiamo centinaia di migliaia di persone che arrivano in Europa”.

Frans Timmermans:
“Credo si sia finto che nulla stesse accadendo sperando che la situazione si risolvesse o che altri se ne facessero carico. Lo svantaggio degli accordi di Dublino è che puoi lasciare che i Paesi risolvano da soli il loro problema. Si è agito così a lungo. Il che ha portato a un’enorme frustrazione in Paesi come l’Italia e la Grecia. Per anni l’Italia ha detto: ‘la situazione sta diventando insostenibile. Guardate cosa accade a Lampedusa. Occorrono altre soluzioni’. E gli altri rispondevano ‘sì, sì, arrangiatevi’. Poi questi Paesi hanno cominciato a non rispettare parte dell’accordo e a lasciare andare in giro la gente per l’Europa fin troppo facilmente. Senza prendere le impronte digitali, senza registrare nessuno. Senza accoglierli in strutture. Li lasciavano semplicemente passare, il che ha portato all’aumento di rifugiati che raggiungevano Paesi come la Svezia e la Germania. Alla fine siamo giunti a una conclusione: ok, adesso siamo tutti in sofferenza: sia i Paesi dove i migranti arrivano, sia quelli in cui il loro viaggio finisce. Quindi occorre trovare un modo per risolvere il problema di tutti. L’unico modo per farlo è per prima cosa avere
un criterio di ripartizione in caso di emergenza. In modo che tutti gli Stati membri si facciano carico dell’onere. Secondo che vengano migliorate la registrazione, l’identificazione tramite impronte digitali, la distinzione tra rifugiati e migranti fin dal principio, fin dal momento le persone in cui arrivano in un Paese europeo. Ecco perché abbiamo introdotto l’idea di assistere gli Stati membri in tutto questo. Si tratta di due elementi che sono essenzialmente collegati perché se non vengono attuati, uno o l’altro, i Paesi si sentiranno abbandonati”.

euronews:
“Abbiamo assistito all’aumento improvviso del numero di rifugiati. Lei pensa sia un movimento spontaneo?”

Frans Timmermans:
“Doveva accadere, prima o poi. Tutti gli esperti dell’UNHCR, tutte le istituzioni, numerose ONG da più di un anno e mezzo dicevano:
‘ascoltate, a un certo punto la situazione esploderà e le persone arriveranno in Europa’. Ho parlato a famiglie rifugiate a Kos, in Grecia e mi hanno detto ‘vivevamo in un campo per i rifugiati in Libano, dopo due anni abbiamo finito il denaro. Abbiamo speso tutti i nostri risparmi. Dovevamo dare da mangiare ai nostri figli, non potevamo farlo laggiù. Ed è per questo che vogliamo portarli in Germania, per dar loro da mangiare’. Lei avrebbe agito diversamente? Io avrei fatto esattamente come quei padri, se fosse stato necessario. Dobbiamo assicurarci che nel lungo termine le persone abbiano delle prospettive nel luogo in cui si trovano in modo che non debbano andare altrove. Ecco perché abbiamo lanciato l’idea di un fondo fiduciario per la Siria in cui, spero, si possa versare un miliardo di euro. Finora abbiamo versato 500 milioni. Ma spero che gli Stati membri lo incrementino fino a raggiungere un miliardo. Così facendo potremo garantire ad almeno 3 milioni di rifugiati un futuro sostenibile nel luogo in cui ora hanno trovato asilo.

euronews:
“Siamo solo all’inizio della crisi?”

Frans Timmermans:
“Sì!”

euronews:
“Se è così, l’Europa è pronta a numeri maggiori?”

Frans Timmermans:
“Se uno degli Stati membri implementa gli accordi stipulati al Consiglio europeo sulla ripartizione e del Consiglio dell’Unione europea sul problema più in generale, se implementano tutto velocemente allora possiamo riprenderci. Ed è quello che l’opinione pubblica europea vuole. Dobbiamo farlo velocemente perché il problema non si risolverà a breve”.

euronews:
“Il dipartimento statunitense per la Sicurezza Interna stima che circa 4000 militanti islamici si siano inflitrati in Europa, travestiti da rifugiati. È una valutazione accurata? Lei teme che la minaccia terroristica in Europa cresca?”

Frans Timmermans:
“Non conosco questi numeri, non conosco questa valutazione quindi non posso commentare. Ma è ovvio che, se le persone si muovono verso l’Europa, tra loro ci potrebbero essere anche criminali, ci potrebbero essere anche dei terroristi. So che i servizi
di sicurezza stanno lavorando assieme per monitorare la situazione. Abbiamo anche aumentato la cooperazione tra Frontex, Europol e le autorità locali in Grecia e altrove per essere certi di avere un quadro più completo. Bisogna fare colloqui alle persone appena arrivano, in modo da capire come operano i trafficanti. Occorre che vengano prese le impronte
immediatamente, in modo da indentificare tutti appena arrivano in Europa. Così facendo credo che la minaccia possa essere tenuta
sotto controllo. Ma a parte questo…le persone che fuggono da una zona di guerra…non ci sono solo angeli e lo dico per l’esperienza che secoli di storia ci insegnano. Durante ogni guerra fuggono anche i criminali”.

euronews:
“Di recente Lei ha ammonito l’Europa sostenendo che se la crisi dei rifugiati non verrà gestita correttamente, assisteremo alla crescita della destra estrema. Quanto dobbiamo essere preoccupati?”

Frans Timmermans:
“Io lo sono molto, perché il vantaggio dell’estrema destra è quello di proporre soluzioni molto semplici a problemi molto complicati. Ogni persona sana di mente sa che queste soluzioni non funzionerebbero mai. Per cui è responsabilità di tutti gli altri partiti, di tutti gli altri movimenti politici mostrare che una situazione complicata merita soluzioni complesse. Ma le soluzioni complesse funzionano solo se vengono applicate correttamente, se vengono applicate in un contesto europeo, se tutti fanno quello di cui c‘è bisogno”.

euronews:
“La cito ancora. Di recente ha detto che obiettivo dell’Europa è fare in modo che le sue leggi non vadano contro al suo senso d’umanità. Come si concilia questo con le dichiarazioni fatte da alcuni governi dell’Europa dell’est che in sostanza hanno detto ‘no ai musulmani’?”

Frans Timmermans:
“Se le persone fuggono perché perseguitate non gli chiedi qual è la loro religione o qual è il colore della loro pelle. Le persone che scappano vengono accolte dall’Europa. Al tempo stesso credo che a volte la situazione nell’Europa centrale e orientale venga caricaturizzata. Non sono società xenofobe e razziste. Sono società
che hanno una storia diversa dalla nostra. Non sono abituate alle differenze. Ma prima o poi tutte le società, ed è un fatto che non è legato all’Unione europea o alla crisi dei rifugiati, ma è legato alla globalizzazione, prima o poi ogni società dovrà cambiare ed è meglio abituarsi, in modo da preparare la popolazione”.

euronews:
“Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto pochi giorni fa che questa crisi non può essere risolta senza il supporto di Stati Uniti, Russia e Medio Oriente. È soddisfatto del sostegno finora ottenuto?”

Frans Timmermans:
“Credo che la comunità internazionale si stia unendo, lentamente, passo dopo passo, per cercare vie d’uscita alla crisi siriana. Come sapete questo è un conflitto per procura su molti livelli con influenze saudite, iraniane, russe. Troppe parti avevano un interesse perché non si trovasse una soluzione. Questo ha bloccato il processo decisionale in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il Consiglio di Sicurezza è il luogo in cui vengono adottate risoluzioni e occorre che la comunità mondiale trovi un accordo. Credo che passo a passo si stia assistendo ad aperture da parte russa e credo che, prima o poi, per uscire da questa terribile situazione, dovrà essere trovata una soluzione che coinvolga tutte le parti implicate in questa guerra. In Siria, ma anche nella regione e globalmente. Ci vorrà un Consiglio di Sicurezza, che porti al tavolo gli attori regionali per cercare una via d’uscita”.

euronews:
“Un’ultima domanda. Dove si vede tra cinque anni e dove vede l’Europa tra cinque anni?”

Frans Timmermans:
“Ero un diplomatico prima di diventare un politico. Come diplomatico fai sempre progetti per il futuro. ‘Andrò là, poi là, poi là’. Come politico, se la notte vuoi dormire, se vuoi avere una vita al di fuori della politica, devi smettere di pensare al tuo futuro politico e vivere il presente. Per cui non ho assolutamente idea di dove sarò tra cinque anni. Spero che fra cinque anni le persone possano dire ‘ha fatto un lavoro abbastanza decente, buon per lui’. Questo è quel che spero. Ma quel che farò poi…non so. Su dove sarà l’Europa fra cinque anni: penso che l’Europa sarà in una posizione migliore. Spero che avrà superato la mancanza di fiducia in se stessa che oggi l’affligge. E penso che per allora avremo superato la mancanza di fiducia l’uno nell’altro. Tra i vari Stati membri c‘è un livello di diffidenza totalmente inaccettabile e dobbiamo andare oltre, se vogliamo raccogliere le sfide che il mondo oggi ci presenta”.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Crisi in Medio Oriente, tra gli italiani preoccupazione e insoddisfazione per il ruolo dell'Ue

Operazione Shields: il comandante chiede più mezzi nel Mar Rosso

Elezioni in Croazia: vincono i conservatori, rebus per il nuovo governo