Rifugiati: l'Europa, tra sogno e realtà

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Di Euronews
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Opatovac è uno dei valichi tra Serbia e Croazia, e da lì passano in questi giorni migliaia di persone. Nella gran parte dei casi, sperano di

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Opatovac è uno dei valichi tra Serbia e Croazia, e da lì passano in questi giorni migliaia di persone.
Nella gran parte dei casi, sperano di raggiungere la Germania. Alcuni accettano di registrarsi presso le autorità croate, altri no, perché rischierebbero di doversi fermare qui.
Le loro storie scuotono i volontari che li accolgono ogni giorno. Come Amran, britannico, venuto a suo tempo dal Pakistan:

“Ci dicono: ‘ora vi state occupando di noi, bene, siamo contenti’. Stiamo solo cercando di dar loro fiducia, diciamo loro che adesso sono al sicuro, sono in Europa, devono dimenticare… Ne hanno passate tante, per arrivare qui”.

Più o meno le stesse scene in Ungheria, al valico di Beremend. C‘è chi accetta di registrarsi, chi viene imbarcato su autobus verso l’Austria.
Da settimane raccontiamo delle polemiche tra Paesi, dei rifugiati caricati sui pullmann e spediti verso il Paese vicino, delle barriere e dei sogni o della paura che spingono centinaia di migliaia di persone a lasciare il proprio paese.
Sullo sfondo rimangono i perché.

Perché, per esempio, non hanno cercato ospitalità in Paesi più vicini alla loro regione. Domanda che l’inviato di euronews ha rivolto a questo giovane iracheno, che risponde: “non ci hanno dato nessun tipo di aiuto”. E l’Europa?
“Diciamo che ci hanno aperto le porte, con qualche eccezione, ma nella gran parte dei casi ci hanno aiutati”.

“Per i rifugiati, l’Europa è il paese dei sogni. Pensano che qui i loro sogni possano realizzarsi, anche se non conoscono molto bene la situazione reale in cui si trova l’Europa”, commenta l’inviato di euronews.

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