L'ombra della frenata cinese si staglia sul salone dell'auto di Francoforte

L'ombra della frenata cinese si staglia sul salone dell'auto di Francoforte
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Di Giacomo Segantini
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A prima vista il salone dell’auto di Francoforte apre i battenti in un clima molto diverso da quello dell’ultima edizione nel 2013. Allora il mercato

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A prima vista il salone dell’auto di Francoforte apre i battenti in un clima molto diverso da quello dell’ultima edizione nel 2013. Allora il mercato europeo era in decisa frenata a causa dei postumi della crisi economica. Stavolta, al contrario, l’umore è alto grazie a 23 mesi consecutivi di accelerazione delle vendite.

“Vediamo un’Europa che comincia a entrare in ‘modalità ripresa’. È una ripresa ancora lenta, ma, se non altro, c‘è”, commenta Stephanie Brinley di IHS Automotive. “Non prevediamo rallentamenti o cali delle vendite, né sappiamo quando questi potrebbero accadere”, aggiunge.

Diverso il discorso per quel che riguarda gli Stati Uniti, mercato che di recente ha fatto la gioia di tanti produttori grazie a un rinnovato amore per pickup e SUV. Quest’anno le auto vendute dovrebbero superare i 17 milioni, anche se gli esperti avvertono: con l’aumento dei tassi d’interesse la cuccagna potrebbe finire, mentre la crescente concorrenza colpirà le entrate dei produttori.

Perché questi dovrebbero abbassare i prezzi? Semplice, per compensare il rallentamento degli ex motori della crescita: Russia, Brasile e, soprattutto, la Cina: “Il primo mercato automobilistico mondiale sta attraversando una fase di trasformazione”, afferma Luca De Meo di Audi. “Lo vediamo dai dati: è il passaggio da un’economia di produzione a una di servizi. Ma siamo fiduciosi che nel lungo termine la Cina continuerà a crescere”, conclude.

Le previsioni di vendita per quest’anno sono state abbassate a 24 milioni di unità. Cattiva notizia per case come GM e Volkswagen, che l’anno scorso hanno fatto più del 40% degli utili nel Paese asiatico. Ironia della sorte: molte delle auto che oggi rombano a Francoforte sono state pensate quando la Cina sembrava ancora un “Eldorado” a quattro ruote.

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